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metallico, raggiungendo sì l'ordine ma compromettendo il risultato sonoro.
I cavi d'interconnessione devono essere lasciati a bella vista, contribuendo alla visione "disordinata" che accompagna i nostri impianti. Tale stato di cose però, non è privo di regole o lasciato al libero arbitrio. Diversi accorgimenti, non solo sono possibili, ma assolutamente necessari, perciò obbligatori, a cui tutti dovranno, nolenti o volenti, adeguarsi.
Alcune soluzioni sono note da tempo e già pubblicate in un mio articolo apparso sulla rivista Costruire HIFI. Innanzitutto occorre ben conoscere i nemici del suono, cioè coloro che disturbano il quieto passaggio del segnale elettrico all'interno dei cavi di collegamento. Nel caso della semplice disposizione dei cavi, questi sono essenzialmente tre: le risonanze, le interferenze elettromagnetiche (EMI) e di radiofrequenza (RFI).
Per ridurre queste componenti spurie, che sono in molti a sostenere essere assolutamente ininfluenti, occorre prestare molta attenzione alla disposizione dei cavi. La regola principale è che devono essere della lunghezza adatta, quanto basta per collegare i due componenti. Una lunghezza eccessiva, porta molti audiofili a cercare di "attorcigliare" il cavo, mediante l'utilizzo di opportuno materiale, tipo nastro isolante, fascette di plastica o di metallo (ahia!). Dovete sapere che attorcigliando il cavo create una grossa induttanza e quindi, un bel filtro passa basso … Lasciandolo lungo a penzolare, interferirà con gli altri cavi posti nelle vicinanze, mediante la creazione di campi elettromagnetici, che incideranno sull'integrità del segnale in transito. Quindi, la prima soluzione è quella di utilizzare (Continua a pagina 2)
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