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LETTERE ALLA RIVISTA | 2001

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LETTERE ALLA RIVISTA

2001

LETTERA N. 23/2001  1 | 2

S.O.S. DISPOSIZIONE CAVI
Di Renato …

Spett.le Redazione,

non vi sembri un problema banale quello che sto per sottoporvi, Amici della Redazione.
Altre volte mi sono avvalso dei vostri preziosi suggerimenti ed accresciuto le mie conoscenze leggendovi. Ciò mi spinge a "disturbarvi" ancora per un'angoscia che solo apparentemente sembra dimenticata e nascosta, ma che mi si ripresenta, in tutta la sua "drammaticità", ogni qualvolta mi succede di aggirarmi DIETRO le amate elettroniche.

Una giungla... liane! Belle ed ordinate facciate milionarie collegate tra loro da cavi milionari disposti... "cum grano salis", o quasi. Ed è proprio questo il punto. Per quanto mi sforzi di stendere, allontanare, adottare lunghezze minime e quant'altro alla fin fine il caos, anche sol visivo, mi sembra insopportabile e, peggio ancora, controproducente per la catena d'ascolto. Unico rimedio l'oblio: riportarmi davanti e...dimenticare. Che altro fare?  Ah... saperlo!

Ciao e... scusate il piglio un po' teatrale.

Renato …

Risponde Francesco Piccione

Egr. Sig. Renato,

anche a me prende lo sconforto quando vado a sbirciare dietro il mio impianto stereo, in triamplificazione attiva, con due crossover e due finali in più rispetto agli impianti tradizionali. E' vero! Vi è un disordine tale da metterci ogni volta un cruccio in testa. Ma spesso i rimedi sono ancor più deleteri. Ad esempio, molti audiofili risolvono il tutto introducendo i cavi dentro apposite canalette, in alcuni casi di materiale

metallico, raggiungendo sì l'ordine ma compromettendo il risultato sonoro.

I cavi d'interconnessione devono essere lasciati a bella vista, contribuendo alla visione "disordinata" che accompagna i nostri impianti. Tale stato di cose però, non è privo di regole o lasciato al libero arbitrio. Diversi accorgimenti, non solo sono possibili, ma assolutamente necessari, perciò obbligatori, a cui tutti dovranno, nolenti o volenti, adeguarsi.

Alcune soluzioni sono note da tempo e già pubblicate in un mio articolo apparso sulla rivista Costruire HIFI.
Innanzitutto occorre ben conoscere i nemici del suono, cioè coloro che disturbano il quieto passaggio del segnale elettrico all'interno dei cavi di collegamento. Nel caso della semplice disposizione dei cavi, questi sono essenzialmente tre: le risonanze, le interferenze elettromagnetiche (EMI) e di radiofrequenza (RFI).

Per ridurre queste componenti spurie, che sono in molti a sostenere essere assolutamente ininfluenti, occorre prestare molta attenzione alla disposizione dei cavi. La regola principale è che devono essere della lunghezza adatta, quanto basta per collegare i due componenti. Una lunghezza eccessiva, porta molti audiofili a cercare di "attorcigliare" il cavo, mediante l'utilizzo di opportuno materiale, tipo nastro isolante, fascette di plastica o di metallo (ahia!). Dovete sapere che attorcigliando il cavo create una grossa induttanza e quindi, un bel filtro passa basso …
Lasciandolo lungo a penzolare, interferirà con gli altri cavi posti nelle vicinanze, mediante la creazione di campi elettromagnetici, che incideranno sull'integrità del segnale in transito. Quindi, la prima soluzione è quella di utilizzare


(Continua a pagina 2)

 

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