|
Ero con un amico, una stanza sui 4x4, casse ad un buon metro dalla parete, noi ad un metro dalla parete opposta. Abbiamo sentito Jacques Loussier (le 4 stagioni ed il Bolero, entrambe incisioni Telarc), Sounds of Blackness, Cyrus Chestnut con Anita Baker, Yo-Yo Ma con Mc Ferrin, il coro di Robert Shaw (Telarc 20 bit), Ray Brown con Dee Dee Bridgewater (Telarc 20 bit), Ronny Jordan ed il sampler della Naim. Suono molto arioso, tutto bello sfumacchiato... sfuocatello, francamente visto l'impegno di soldi e di cavi mi aspettavo di meglio, leggerissimo senso di mal di testa uscendo, sebbene il volume di ascolto fosse contenuto. Tutto molto "dentro" sembrava quasi un transistor, era tutto lì, spiattellato senza alcuna cura, sebbene le Duntech facessero bella mostra della loro barocca leziosità…
Un altro giorno, invece, ho sentito due 4312 Mk II della JBL, *doppino rosso-nero*, il detto Fisher, del quale a Roma si parla come un grande classico dell'amplificazione, un lettore CD integrato Marantz CD 14. Nonostante che:
a. le 4312 siano casse monitor; b. il doppino rosso-nero abbia i problemi che ben conosciamo; c. l'amplificatore sia un semplice 17 W,
ho sentito musica ad un volume ben più consistente senza il minimo fastidio, anzi ho voluto alzare un po' sull'inizio del disco "Sound of Blackness" per farmi un'idea della tenuta in potenza che si è rivelata molto ragguardevole, il sistema non ha fatto una grinza, conservando precisione dell'immagine, grande separazione armonica ed un bellissimo fuoco. Questi diffusori sono sicuramente molto piatti, molto netti, hanno un'immagine che mi ha colpito non poco: ascoltavo a circa 1 metro e 30 dai diffusori medesimi che a loro volta erano vicini (30 cm) (Continua a pagina 2)
|
|