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LETTERE ALLA RIVISTA | 2001

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LETTERE ALLA RIVISTA

2001

LETTERA N. 13/2001  1 | 2 | 3

MONO-WIRING, BI-WIRING E BI-AMPING
Maurizio …

Gentile Redazione,

sono un appassionato di audioriproduzione e per motivi economici possiedo un modesto impianto che su consiglio del mio rivenditore ho provveduto a biamplificare, (ampli Rotel RA 971 e finale RB 971 entrambi versione mk II).

Adesso vorrei passare ad una soluzione pre e finale della stessa casa in quanto il suono Rotel mi piace ed il budget è sempre modesto, ma tale soluzione mi è stata sconsigliata in quanto secondo il mio rivenditore la biamplificazione è migliore del pre e finale e secondo lui raddoppia addirittura la risposta in frequenza dei su citati apparecchi (mi sembra impossibile).

I cavi di segnale sono dei Monster Cable M 850i e di potenza gli Audioquest, i diffusori saranno a breve i B&W CDM 7. 
Potreste chiarirmi le idee in merito ai benefici ottenibili con la biamplificazione?
Ringrazio anticipatamente per quanto sarà possibile fare.
Cordiali saluti

Maurizio … - Palmi (RC)

Risponde Francesco S. Piccione

Egr. sig. Maurizio,

pur se in ritardo per la creazione di HICLASS Guide, eccoci qua.
Quando colleghiamo un amplificatore ai due diffusori abbiamo diverse possibilità, specie se questi possiedono una doppia morsettiera d'ingresso, ossia quattro connettori di ingresso, una coppia rosso/nero per la sezione bassi e l'altra coppia per la sezione medioalti.

In particolare le possibilità di collegamento sono

quattro.
La
prima classica, denominata monowiring, consiste nell'utilizzare un cavo di potenza per ciascun diffusore. La morsettiera che consente il bi-wiring, possiede due ponticelli rimovibili, che collegano le stesse polarità; in tal caso, ciascun cavo di potenza andrà collegato alla coppia di morsetti superiore per la gamma medioalta; i ponticelli provvedono al trasferimento del segnale ai morsetti inferiori per la gamma bassa.
A proposito dei ponticelli, questi spesso sono di infima qualità, specie se in lamierino: sostituirteli con due pezzi di filo elettrico da 2,5 mm2 di sezione per polarità, magari stagnando le estremità oppure saldando dei contatti in oro.

La
seconda possibilità è meglio conosciuta come bi-wiring.
Si tratta di utilizzare
una coppia di cavi di potenza, in luogo del solito singolo. Dal lato amplificatore, se questo possiede una sola coppia di uscita per ciascun diffusore, i due cavi vanno collegati insieme ai morsetti rosso e nero, magari un polo tramite connettore e banana (per il woofer) e l'altro tramite forcella (per i medioalti). Dal lato diffusore, invece, occorre rimuovere i ponticelli che collegano le due identiche polarità; quindi, uno dei due cavi andrà collegato ai morsetti rosso/nero posti inferiormente (basso), l'altro lo collegate ai morsetti rosso/nero posti superiormente ai primi (medioalti).

Il
vantaggio principale di simile configurazione consiste nell'impiegare specifici cavi per la sezione medioalti e per i bassi. Pochi sono al corrente che realizzare un cavo di potenza a larga banda richiede delle notevoli cognizioni sul tema del trasporto degli elettroni all'interno di un cavo di collegamento, per cui spesso questi prediligono aree specifiche della banda audio. In secondo luogo, diminuiscono i problemi legati


(Continua a pagina 2)

 

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