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LETTERE ALLA RIVISTA | 2001

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LETTERE ALLA RIVISTA

2001

LETTERA N. 1/2001  1 | 2

OLD STYLE: CHE FARE?
Di Giovanni

Spett.le Redazione

Mi accingo ad acquistare, entro i limiti del mio portafoglio, un sistema che dovrebbe rientrare nel canone dell'hi-end. Ma vediamo se è vero.
Tra qualche giorno andrò ad ascoltare le La Scala della Klipsch… vecchie ad occhio di una ventina d'anni (il rivenditore non ha saputo o voluto dirmi quanti anni avessero, però il prezzo sì: ne chiede 4 milioni). Vorrei amplificarle con una coppia di finali Leak 12 Plus o Quad ll o un Leak stereo 20 o ancora uno stereo a valvole della Rogers da 20 W.

Cosa mi consiglia? E' giusto procedere su questa strada? Qual è il loro valore di mercato all'incirca? In attesa di una Vostra gentile risposta Vi saluto cordialmente.

Giovanni - Santa Margherita Ligure

Risponde Giorgio Capelli

Caro Giovanni,

se la new economy serve in cotanta misura a risvegliare la old economy, allora viva il progresso!!
Scherzi a parte, anche in hifi, come in altri campi, il piacere dell'old style fatica a tramontare. Sarà perché comunque è un ricordo di tempi in cui tutto aveva una "sostanza" diversa: vogliamo paragonare una Fiat 1100 con una Tipo? Oppure la sempreverde e mitica 500 di allora con quella attuale? Sarà perché lì sì che si vedeva la mano dell'artigiano (le piccole imperfezioni erano una sorta di certificazione D.O.C.); sarà per la fascinosità dei pezzi, ma il retrò ha ed avrà sempre un suo sapore particolare.

In hi-fi e a maggior ragione in hi-end, questo

"sapore" deve essere ben compreso.
Certo ascoltare il Wurlitzer (jukebox d'epoca oggi venduti a pezzi da museo) che suona un 45 giri di Chet Baker può far venire la pelle d'oca, perché si entra psicologicamente ed auditivamente nell'epoca, si varca la porta del tempo e lo si vive come fosse allora. Ma se è vero che l'erba si raccoglie a fascio, in hi-end la si incide stelo per stelo.

Cosa ti voglio dire? Non farti prendere da facili entusiasmi pur di possedere pezzi di antiquariato audio (o meglio, vintage audio) senza valutare e pesare attentamente pro e contro.
Citi nomi (Leak su tutti) che in questo campo hanno fatto certamente la storia, sono le pietre miliari dell'epoca che fu di maggior fulgore; scuola inglese di miglior lustro che sicuramente ha insegnato tanto e che tanto è stata imitata. Non dimentichiamoci, però, che si parla di quaranta anni passati; questi, in campo audio sono un'enormità! Pensiamo, per rimanere nell'elettronica, che in 40 anni si è passati dai primi tv bianco e nero (che feretri!!) agli schermi ultrapiatti a gas raro, con risoluzioni di immagine che neanche un rasoio saprebbe incidere meglio. E credi che l'audio non abbia fatto anche lui almeno qualche … passettino?

Sicuramente anche fra i vintage esistono degli evergreen, e tu ne citi i principali (tanto che sembrano usciti in fila dall'Almanacco del vintage) ma io ci andrei cauto.
Non prescindendo dalla resa acustica (di cui dirò poscia), la componentistica e la circuitazione (quindi S/N, risposta in frequenza, distorsione...) per quanto migliori fossero, sono pur sempre dell'epoca. Qui si innesca la probabilità, alta, altissima, di dover mettere i vari vintage in mano a sapienti restauratori (credo che in Italia una mano basti a contarli tutti): a quale prezzo? Con quale risultato? Con che rapporto costo/resa/


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