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LETTERE ALLA RIVISTA | 1999

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LETTERA N. 8/1999  1 | 2

I DIFFUSORI: MEGLIO PIU' PROFONDI O PIU' LARGHI?
Di Francesco …

Egregio Direttore,

ho letto con molto interesse i Suoi articoli pubblicati su Costruire Hi-Fi e vorrei chiederLe una precisazione.
Nell'articolo "The Music Dream Reference System" pubblicato sul numero 36 Ottobre 1998, Lei afferma che per motivi acustici la larghezza del mobile dei woofer deve essere inferiore alla sua profondità: potrebbe spiegarmi la motivazione, rimandandomi magari ad un testo con cui approfondire questo aspetto?

La ringrazio per l'attenzione prestatami.

Francesco ...

Risponde Francesco Piccione

Egr. Sig. Francesco,

La ringrazio per la Sua attenzione manifestata per i miei scritti pubblicati su Costruire Hi-Fi, in particolare l'ormai "piccola bibbia dell'autocostruttore" - così mi dicono -  impersonata nell'articolo da Lei citato, che tanti consensi e manifestazioni di affetto - addirittura - ha suscitato (
attualmente disponibile come Monografia).

Veniamo al Suo quesito.

Il motivo per cui qualsiasi diffusore debba essere più profondo che largo, risiede nell'esistenza dell'onda acustica emessa posteriormente dal trasduttore.
Questa possiede una energia quasi identica a quella anteriore e con questa caratteristica, comincia a girovagare all'interno del diffusore; rimbalzando tra le pareti ritorna al punto di partenza, interferendo (sbattendo) con la

membrana vibrante. La presenza di assorbente acustico posto internamente al diffusore è insufficiente da solo a ridurre notevolmente l'efficienza dell'onda acustica. Occorre necessariamente aggiungere un'ulteriore elemento al fine di mitigare l'energia dell'onda acustica posteriore. E' questo la profondità. Aumentando la distanza tra la sorgente di emissione e la parete frontale a questa (quella posteriore nel diffusore), nel più lungo tragitto l'onda sarà maggiormente smorzata. Qualcuno affermerà che sarà poca cosa rispetto all'aumento di qualche decina di centimetri, ma a riflettere bene, il diffusore avrà diversi decimetri cubici d'assorbente interno in più. Ciò permetterà d'ottenere smorzamenti più efficaci, restituendo al punto d'emissione un'onda acustica dall'energia decisamente più bassa, diminuendo la sua capacità interferente con la membrana vibrante.

Questa teoria non deve essere applicata solamente ai woofer, ma a tutti quei trasduttori che emettono all'interno di un cabinet. In particolare, se coesistono woofer e midrange che emettono posteriormente all'interno dello stesso mobile. In questo caso il midrange si troverebbe in una situazione addirittura catastrofica, vista nell'ottica dell'infinitamente piccolo. Ma quanti sono gli autocostruttori che realizzano una camera coibentata per il solo midrange o i costruttori che applicano questi criteri? Pochissimi, per non dire quasi nessuno.
Proprio per questo motivo il
dipolo, ossia un trasduttore che emette in entrambi le direzioni in aria libera, ha una serie innegabili di vantaggi, specialmente se impiegato in gamma medioalta.
Questo è il discorso riferito alla cassa chiusa o sospensione pneumatica.

Per il bass-reflex i problemi aumentano sensibilmente.


(Continua a pagina 2)

 

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