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EDITORIALE N. 3/2014 > 1 | 2

LA MERITOCRAZIA? IN ITALIA, UN LUSSO!
Di Francesco Piccione

Con i suoi 103 centimetri di larghezza, 130 in altezza, 64 di profondità e circa 75 Kg di peso, le Tannoy Westminster non sono certo dei minidiffusori, né tanto meno diffusori da bagaglio a mano, secondo la teoria del "nuovo lavoratore" propugnata dal passato "governo dei tecnici". Questo, complici l'assoluta cecità dei sindacati italiani, anziché affrontare il problema senza voltarsi dall'altra parte, facendo sì che persino ai paesi africani in via di sviluppo è più conveniente creare attività produttive in tutto il Sud d'Italia, si sono inventati la figura del "lavoratore nomade": "non c'è lavoro vicino a casa tua? Vattene altrove, tanto chissenefrega di te e della popolazione del luogo?", questa in sostanza la teoria.

Fatto ancor più grave, è che questa teoria non tiene conto che il "lavoratore nomade" che trova lavoro altrove, brucia il suo stipendio nell'affitto di un monolocale o abitazione…. Così, il nostro "lavoratore nomade" viene turlupinato due volte, poiché spesso possiede una casa di proprietà nel territorio dove non vogliono portare lavoro; casa che gli permetterebbe di vivere agiatamente, non solo con il medesimo stipendio.

Certo è che non ci sarà da aspettarsi di meglio da un Parlamento che si accapiglia per un diritto sancito costituzionalmente:
la parità di genere! Ciò mette in luce ciò che sappiamo da due decenni. Nel Parlamento italiano siedono interessi di casste, lobby, mafiosi, camorristi, personali; raramente, gli 'interessi del cittadino. In più, vi sono personaggi che siedono nei due rami del parlamento, grazie al "porcellum": da sinistra a destra, la stragrande maggioranza non sarebbe stata eletta al solo guardare le loro facce, figuratevi quelli palesemente fuori di testa… criminali, ignoranti, inutili e parassiti.

Tutto ciò, rende chiarissime, agli occhi dell'osservatore non fazioso, due fatti.
Il primo, è che l'avvento del governo dei tecnici del 2012 ha evidenziato che è possibile, tranne qualche eccezione, trovare
classe e cultura all'interno delle istituzioni repubblicane. Ciò ci mancava da qualche decennio. Troppi indagati, condannati, corruttori e corrotti, amichette… L'assenza di questi elementi è stata troppo spesso messo in evidenza: mancanza di rispetto verso le istituzioni, dichiarazioni di ritorno alla

Lira, inutilità dello "spread", minacce e disprezzo verso presidenti della Camera e della Repubblica, eccetera. Ciò continua ancora oggi.

Il secondo, lo evidenza la stessa teoria del "Lavoratore Nomade": l'assenza della "
Meritocrazia".
Due anni fa circa, un amico recentemente scomparso, mi parlò di suo figlio, lavoratore all'estero come ingegnere, che aveva avuto dalla sua azienda straniera, un elogio pubblico per "l'attaccamento al lavoro e qualità dello stesso". Il nostro commento venuto spontaneo ad entrambi, è stato questo: "In Italia l'avrebbero preso a colpi di pietre!". Recentemente, suo figlio è venuto a Siracusa e sentendolo ha commentato: "Ma qui non lavora nessuno? Perché alle 11 del mattino, c'erano un sacco di persone in giro, famigliole comprese".

Cos'è, allora, la "Meritocrazia"?
E' un modo diverso di concepire l'attività lavorativa. Non più affidata a persona non in grado di svolgerla o svolgerla male, ma a persone capaci, a tutti i livelli: dai dirigenti agli operai. Specie per i dirigenti, questi dovrebbero fornire risultati positivi e non debiti o improduttività, perdita di concorrenza.

All'atto pratico basterebbe assumere medici bravi, per non avere casi di malasanità; giudici bravi per non avere sentenze opposte tra i giudizi di primo e secondo grado; investigatori bravi, per non avere giudizi in cui sono coinvolte persone innocenti; politici competenti, per non vergognarsi di essere italiani; ministri competenti, per non avere la
caccia ai veri invalidi allo scopo di attuare risparmi, prendendosela con i più deboli. Questa è l'Italia attuale!

L'esempio lampante di meritocrazia, è data dalla
Fiat.
E' bastato affidarla ad un manager italo-canadese, per trasformarla in una multinazionale, la cui qualità dell'attività produttiva è evidente in vetture quali la Bravo, la Delta e la Giulietta.
L'esempio in negativo, invece, è rappresentato dalla
Corea del Sud.
In un decennio, Samsung ed LG sono diventati dei colossi industriali, partendo praticamente da


(Continua a pagina 2)

 

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