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SPERIMENTAZIONE… Di Francesco Piccione
La recente (ennesima) sperimentazione sui cavi di collegamento, ha portato sviluppi inaspettati. Immaginate tre Audiofili insieme ad ascoltare musica. Due interessati ai risultati sonori della sperimentazione, mentre l'altro semplicemente ospite ascoltatore. Tutti e tre conoscono un brano di musica sinfonica registrato in modo magistrale; il primo lo avrà ascoltato almeno trecento volte dagli anni Novanta ad oggi; il secondo, una ventina di volte; il terzo era alla seconda volta. A fine brano, tutti e tre sorseggiano acqua, tanto e tale è stato lo spavento preso a seguito dell'effetto speciale contenuto a fine brano. Eppure per due di loro il brano era perfettamente conosciuto nei minimi particolari.
Veniamo all'antefatto. Sapete che mi occupo di sperimentare il trasporto del segnale audio e qualità del suono, nei cavi di collegamento, dai primissimi anni Ottanta. La sperimentazione ha senso e valore se effettuata con un certo criterio. Purtroppo, tra i diversi procedimenti, particolare importanza riviste l'immutabilità di certi parametri. Ciò allunga notevolmente i tempi della sperimentazione. Solitamente, chi sperimenta procede in modo frettoloso, disordinato e disorganizzato. Succede spesso, ad esempio, che nel giro di un mese lo sperimentatore (audiofilo, autocostruttore e persino il professionista) abbia testato anche 4-5 tipologie di cavi differenti, tra quelli di interconnessione e di potenza. Inoltre, è consuetudine che la sperimentazione avvenga con parametri acustici particolarmente limitati, a causa dell'utilizzo di diffusori non idonei allo scopo, come, ad esempio, i minidiffusori.
Larghezza di banda, efficienza, micro e macro dinamica, accompagnati dalla stabilità di altre variabili, sono parametri fondamentali per una
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