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GLI EDITORIALI | 2009

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EDITORIALI

2009

EDITORIALE N. 1/2009  1 | 2 | 3 | 4 

EVOLUZIONI
Di Francesco Piccione

La tremenda crisi economica che ha colpito il mondo occidentale ed altrove, non è venuta fuori dal nulla, ma è la conseguenza del sentire comune che ha detto stop a certi fattori economici e regole ormai desuete. Si tratta di un evento ciclico che si ripete nel tempo. La prima volta nel mondo moderno fu nel 1929. Allora cambiarono molte cose e ne nacquero di nuove.

Analizzando il fenomeno in Europa, possiamo affermare che la crisi è la giusta conseguenza al selvaggio ed ingiustificato aumento dei prezzi dall'avvento della moneta unica. A ciò ha contribuito anche il continuo spropositato ed ingiustificato innalzamento dei tassi di interesse da parte della BCE, aggravando una situazione già insostenibile. Il sistema economico è collassato, poiché i continui aumenti dei prezzi si sono scontrati con il costante impoverimento del potere di acquisto dei salari, stipendi e pensioni, il potere economico della stragrande maggioranza della popolazione europea. Il ricorso massiccio al prestito per la compravendita non ha fatto altro che evidenziare i nodi al pettine.

Alla corsa dell'innalzamento dei prezzi hanno partecipato attivamente tantissimi
distributori italiani di audio. Costoro hanno aumentato i prezzi al solo scopo di arricchirsi ulteriormente ed ingiustificatamente. Inoltre, l'hanno attuato per migliorare l'immagine di un determinato prodotto agli occhi degli audiofili inesperti. Ancora oggi il trucco dell'aumento del prezzo di acquisto, funziona egregiamente ed è in grado di presentare per buoni prodotti buoni solo per la pattumiera. Difatti, il prodotto è sempre lo stesso, solo che adesso costa molto di più, anche 3 volte!

Mese dopo mese, anno dopo anno, aumentando i prezzi si è creato un dislivello tra il costo del paese di origine del prodotto ed il costo dello stesso distribuito in Italia. Ormai, grazie ad internet, molti audiofili possono verificare i costi nel paese di origine, con la conseguenza di mettere un freno ai loro acquisti, soprattutto del nuovo. Nessuno vuole più acquistare un prodotto che costa dalle tre alle cinque volte di più, le cui prestazioni sonore sono rapportabili al prezzo originario, non certo a quello aumentato.
E' chiaro che occorre rivedere la politica dei

prezzi ed il modo di funzionamento della distribuzione, in modo da allineare il più possibile il costo del prodotto al prezzo del paese di origine. Anche le stesse aziende straniere  dovrebbero fare un prezzo export, ma spesso le loro microscopiche dimensioni ed il basso livello di produttività non glielo consentono.

La crisi ha colpito anche il
settore della comunicazione.
Ormai è finita l'era delle
riviste audio qualunquiste, dove ci si trova di tutto, dal lettore MP3 al lettore Hi-End, messi per giunta sullo stesso piano qualitativo. Non ho mai compreso perché in elettronica non vige la stessa regola che esiste nel settore automobilistico. Chiunque comprende che una utilitaria - anche costosa come la nuova Fiat 500 - non può essere paragonata ad una autovettura di classe media o alta. In elettronica no! Vi sono centinaia di audiofili disposti a credere che un amplificatore da 50 euro o un convertitore da 100, siano in grado di competere con prodotti decisamente più costosi! Solo gli stolti o gli illusi possono pensare questo. Ovviamente vi potranno essere le eccezioni, ma non certo nella categoria dei 50-200 euro, ma dei 2.000-4.000 euro….

Eppure la situazione che si è delineata nel corso di questo ultimo decennio è proprio questa: tantissime persone sono convinte che un apparecchio economico sia in grado di competere - se non superare - con oggetti decisamente più costosi. E' l'eterna illusione di acquistare ottimi prodotti a basso prezzo …. In alta fedeltà, come in altri settori merceologici, la regola è che acquisti ciò che spendi… e non c'è nulla da fare. La regola può essere alterata solo con l'inganno, come è accaduto con i minidiffusori in passato, con la classe D nel presente e chissà con qualcos'altro ancora nel futuro.
Secondo Voi, a chi è dovuto questo stato di cose, questa illusione?
La colpa è da ricercare nel
modo di fare comunicazione delle riviste tradizionali. Il cuore generatore della comunicazione spazzatura è quello del relativismo, come vi avevo spiegato in un precedente editoriale. Una forma di comunicazione che probabilmente con questa crisi potrebbe essere spazzata via. Al suo posto, una nuova forma attenta alle esigenze


(Continua a pagina 2)

 

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