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2008

EDITORIALE N. 7/2008  1 | 2 | 3 | 4 

I DIECI ANNI DI HFG
Di Francesco Piccione

"Non si muove foglia, se Piccione non voglia!!". E' questo un proverbio coniato da un nostro abbonato che la dice lunga sullo stato di HFG a 10 anni dalla sua nascita. Ad Ottobre 2008 HI-FIGUIDE, infatti, festeggia il suo decimo compleanno ed in questo lasso di tempo si è saputa conquistare sul campo il rispetto e la reputazione che la competono.

Analizziamo innanzitutto quali sono stati i presupposti della nascita di HFG, creata da me in solitudine nel lontano 1998. Lo stato delle riviste audio italiane sul finire degli anni '90 era alquanto deludente. Dopo anni in cui tutto sommato avevano svolto una funzione di insegnamento e di guida nel mondo dell'alta fedeltà, a causa di un processo lungo e sofferto durato quasi un decennio, grazie alla prevaricazione del relativismo si erano perdute molte nozioni corrette a favore di altre più adatte alla moda del momento e preferite da recensori poco preparati. Proprio per questo, diverse riviste audio avevano perso lo smalto di un tempo e la gran parte di credibilità acquisita. Anche diversi operatori italiani, con il ricatto pubblicitario, hanno contribuito a peggiorare la situazione, favorendo il diffondersi di concezioni studiate ad arte per sostenere scelte tecniche che con il concetto di alta fedeltà, poco hanno a che fare. E' quello che, ad esempio, sta succedendo attualmente con la classe D!

La concezione più errata che per prima HFG si è proposta di mettere in evidenza dalla sua nascita è quella di considerare HI-END i minidiffusori. Non vi era solo questo. Tanti altri concetti errati, rientrano perfettamente in quella categoria di nozioni facenti capo al relativismo, argomento trattato in un recente editoriale. Per cui succedeva - e accade ancora oggi - di affermare come panacea dell'alta fedeltà un determinato argomento, per poi sostenere l'esatto contrario qualche mese dopo. Tale contrapposizione di idee, presentate come corrette, ha creato non poca confusione negli audiofili, i quali con il tempo finirono per disamorarsi di quella che, ancora oggi, è la passione culturale per eccellenza. Gli audiofili che, invece, non avevano mollato, mantenendo le proprie convinzioni sui corretti canoni da seguire per l'alta fedeltà, si sono trovati improvvisamente ad essere considerati dei "diversi" ed essere discriminati

dagli audiofili modaioli, considerandoli vetusti possessori di "impianti da giostrai". Attualmente ad esempio, sta ritornando di moda l'analogico: ne parlano ovunque. Ciò non vuol dire che il ritorno sia giustificato da superiori prestazioni sonore, come affermato in un precedente editoriale.

Con lo scorrere degli anni '90, i contenuti utili delle riviste sono diminuiti drasticamente, a favore di nuovi argomenti. Nell'oblio, ad esempio, sono andati a finire argomenti dedicati alla multiamplificazione, al bi-amping ed all'utilizzo dei subwoofer. Per tacere di tutte quelle rubriche e prove che trattavano l'alta fedeltà in un modo corretto ed entusiasmante. Alcune le devo ricordare necessariamente: "I giganti del suono", rubrica di approfondimento tecnico e sonoro di diffusori di importante levatura; "Nova Esoterica" e "Stereo Best", rubriche gustosissime e genuine che trattavano di componenti audio che di lì a poco avrebbero costituito i germogli dell'audio esoterico. In pratica non mancava di che leggere… Questo anche per sottolineare il fatto che anch'io da fanciullo ho appreso i concetti audio leggendo le riviste dell'epoca; ciò non ho alcuna intenzione di nasconderlo, come fanno tantissimi audiofili che oggi si spacciano per audiofili esperti. Anzi, lo dico chiaramente: per oltre 30 anni ho acquistato mensilmente tutte le riviste audio italiane (
per un certo periodo ve ne erano 7..; oggi ne acquisto tra le italiane, una e mezza…) e, non costantemente, diverse riviste straniere. Conoscendo gli italiani, penso che nessuno abbia questo record… nemmeno tra coloro che attualmente dirigono alcune riviste audio più o meno specializzate. Non dimentichiamoci che oltre alle letture, sono stato decenni a studiare e sperimentare (ancora oggi), sia come appassionato che come progettista: cavi, diffusori, accessori e altre cose particolari, sempre del settore audio.

Oggi la situazione per certi versi non è cambiata.
Le riviste audio italiane - cartacee e quelle on-line che sperano di essere considerate riviste audio - sono decisamente troppe e poco propensi a trattare di vera alta fedeltà. Non lo affermo perché sono l'editore di questa rivista, che cerca di vantare il suo prodotto. Provate a leggerle e vi rendereste conto che di vera alta fedeltà vi è


(Continua a pagina 2)

 

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