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IL CONCETTO DI ALTA FEDELTA' Di Francesco Piccione
Nei due anni di assenza, a causa di altri impegni e soprattutto in attesa di terminare la ristrutturazione della nuova sede della rivista e della nuova sala di ascolto, l'alta fedeltà è cambiata poco. Anzi, direi per nulla. Forse addirittura vi è un regresso a causa di una crisi che si protrae ormai da anni.
La crisi ha radici lontane nel tempo e principalmente si è innescata a causa dell'avvento di nuovi "giocattoli" con cui le persone amano passare il proprio tempo libero. La crisi, però, non avrebbe raggiunto le proporzioni attuali se non vi fossero stati due eventi ben precisi.
Il primo è di tipo culturale e riguarda, non mi stancherò mai di dirlo, l'idea che i minidiffusori sono in grado di riprodurre qualsiasi evento sonoro. La realtà è ben diversa: togliere le prime tre ottave (16-32, 32-64 e 64-128 Hz) a favore di non meglio identificate qualità timbriche, ha causato l'abbandono dell'hifi di numerosi audiofili, poiché ascoltare della musica con uno spettro di frequenze paragonabili a quello degli impianti per auto o dei televisori non piace alla stragrande maggioranza delle persone. Ciò perché, contrariamente all'opinione di molti, la gamma bassa incide sulla timbrica di moltissimi strumenti musicali ed anche delle stesse voci; di conseguenza in caso di assenza si avrebbe una depauperazione di una fetta di sensazione di realtà. Nonostante ciò i minidiffusori ebbero un boom di vendite enorme, il quale generò negli audiofili la convinzione che quello era il miglior suono possibile. Le ridotte dimensioni ancora oggi ne facilitano la vendita e l'inserimento nell'ambiente domestico, ma soprattutto sono ben visti dalle donne. Recentemente si è scoperto che la maggioranza degli estimatori dei minidiffusori sono in realtà coloro che non possiedono
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