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LE GRANDI ESCLUSIVE DI HI-FIGUIDE PRIMA MONDIALE! INTERVISTA A SHELLEY KATZ IDEATORE DIFFUSORI PODIUM Di Roberto Rubino
Roberto Rubino (R.R.) Come è iniziata l'idea di sviluppare questo progetto? Shelley Katz (S.K.) Gli altoparlanti Podium sono venuti fuori dall'emergenza di un diffusore che sia "incoerente" nel suo metodo di propagazione del suono e che suoni bene. Esistono, come sapete, diversi altri costruttori di altoparlanti che si basano su tecnologie similari e altrettanti che hanno sviluppato tecnologie analoghe negli ultimi cinquant'anni. Comunque, per quanto ne sappia, i miei sono gli unici che suonino davvero bene.
R.R. Quanti anni ci sono voluti per completare e testare i Podium? S.K. Ho lavorato ad essi, facendoli suonare, fin dal 1996: così, sebbene tutto questo si verificasse ben prima della fondazione della compagnia, certamente è parte della conoscenza e della esperienza che ho usato per realizzare la versione definitiva. In più, debbo sottolineare che non ho lavorato in ambiente sottovuoto e che ho beneficiato delle conoscenze e della esperienza di molta altra gente che si è rivelata comprensiva a tal punto da aiutarmi con la sua guida, commenti, consigli, e in alcuni casi, è venuta personalmente per aiutarmi nella costruzione dei modelli top. L'attuale sviluppo del primo modello di gamma, il P1, dalla sua prima concezione fino alla produzione finale, quando tutte le modifiche sono state apportate, ed il prodotto finale ha raggiunto la sua maturità, ci ha preso per oltre un anno: dalla primavera 2006 fino all'estate 2007.
R.R. Crede che questa idea possa imporre un nuovo modo di ascoltare musica, avvicinandosi alla realtà? S.K. E' una domanda molto profonda. In effetti sono due domande in una. In primo luogo, come "NEW WAVE OF LISTENING", credo proprio di si! Se un'idea, un concetto, ha sufficiente carattere, nella mente umana, si distinguerà esso stesso dalla precedente conoscenza ed esperienza, riuscendo a creare da se una CATEGORIA. Gli
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ascoltatori, senza esserne consapevoli, automaticamente tenderanno a comparare il suono dei Podium con altri diffusori e con la loro esperienza in generale. E ciò è comprensibile perchè la gente si approccio a qualcosa di nuovo, basandosi su esperienze precedenti e mettendole in parallelo col nuovo, con qualsiasi cosa sembri più vicino ad esse. E' la nostra via di creare categorie con la quale veniamo in contatto. Avete ragione, nel senso che le Podium rappresentano un modo completamente nuovo di porgere la Musica registrata: e perciò, indubitabilmente, creano l'opportunità per le persone di avvicinarsi a un nuovo modo di ascoltare. La differenza fra i Podium e gli altoparlanti convenzionali è simile all'illuminazione: è possibile fare dell'eccellente e drammatica fotografia solo con delle luci spot (per esempio gli altoparlanti convenzionali), e di sicuro c'è grande merito nel fare foto attraverso ambienti egualmente luminosi. Ciò è vicino alla idea di suono dei Podium. Conseguentemente, mi sembra che voi mi stiate chiedendo se la nuova esperienza dei Podium abbia sufficiente differenziazione, efficaci e valide caratteristiche per creare un indipendente collocazione. In definitiva credo sia il nostro caso. I nostri diffusori sono certamente buoni e tuttavia differenti da essere considerati per i loro effettivi meriti.
R.R. I Podium fanno avvicinare l'ascoltatore alla realtà? S.K. Non vorrei sfiorare il termine realtà, poiché esistono intelligenze superiori alla mia che hanno cercato di trattare la questione nei secoli. Ma sulla tecnologia adoperata, "un diffuso ed incoerente radiatore", debbo prima replicare con una domanda: è più vicina alla realtà un'immagine che usa solo la luce dell'ambiente? Talvolta lo è. Ma non mi sento in grado di dire che essa rappresenti la sola realtà. Per me gli altoparlanti sono come l'illuminazione di una galleria d'arte, piena di tele trasparenti illuminate dal retro, così come davanti. In questa strana galleria, la luce non sta solo lì per consentire all'osservatore di scorgere gli oggetti: è realmente parte di ciò che completa il colore e la definizione di lavoro nell'Arte. Allora debbo chiedere: la luce impiegata dagli artisti sulle loro tele, da Monet a Rembrand, più vicina alla realtà, o è un modo di dirigere le nostre facoltà (Continua a pagina 2)
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