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Stefano Zaini  1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6

acquistai il mio primo vero impianto hi-fi, a Milano presso i negozi Ricordi. Per l'acquisto di quell'impianto, spesi una bella cifretta (intorno alle 500mila lire, per l'epoca non eran male...). Tornato a casa con il mio bell'impianto analogico (ovviamente), appena finito di montare di tutto punto misi sul piatto Garrard un bel 33 giri dei Pink Floyd: non dimenticherò mai l'emozione che provai...

Da allora d'impianti stereo ne cambiai parecchi. Stessa sorte anche per le band musicali.
Oggi grazie ad un hobby iniziato per la passione per la musica, mi ritrovo ad essere il titolare di una ditta nel settore dell'elettronica.   

FP
Soffermiamoci un attimo sulla sua evoluzione audiofila. Potrebbe raccontarci se vi furono diverse fasi ed in particolare quale tipologia di diffusori predilesse in passato?

SZ
Dal 1976 ad oggi ho avuto diverse tipologie d'impianto hi-fi: dai diffusori a 5 vie di medio-alta efficienza agli elettrostatici a bassissima efficienza.
Nel 1980, ricordo che vi fu un periodo che mi ero "impallinato" solo per l'ascolto del jazz, e trovai convincenti dei diffusori a sospensione pneumatica francesi, i 3A, di cui non ricordo il modello. Questi per le mie esigenze d'ascolto nel mio ambiente di allora erano dinamici, facili nel pilotaggio essendo a medio-alta efficienza ed erano meno colorati di tantissimi altri.

Erano diffusori composti da un woofer passivo, un woofer medio ed un tweeter piezoelettrico caricato a tromba che serviva per rifinire la parte alta. Un bel giorno si bruciò un tweeter e notai che il diffusore con il tweeter funzionante, era un poco piu' colorato dell'altro. A quel punto compresi che l'altoparlante che "lavorava" di più, quello che in particolare copriva il maggior numero di frequenze audio, era il woofer-medio. Inoltre, arrivava ad emettere anche frequenze molto alte. Di converso, il passivo serviva solamente per far scendere piu' in basso il diffusore.

A questo punto esclusi i due tweeter ed il cross-over. In questo modo attuai un collegamento diretto all'unico altoparlante ottenendo così uno pseudo-sistema a larga banda aiutato dal


(Continua a pagina 2)

Stefano Zaini all'opera nella sala del Milano Hi-End 2000

STEFANO ZAINI
Titolare The Sound of the Valve
Patron Milano - Roma Hi-End
Di Francesco Piccione
Data Pubblicazione Originaria:
10/09/2001


Francesco Piccione (FP)
Signor Zaini, la ringrazio intanto per la sua gentilezza nel concederci un'intervista. Cominci presentandosi ai nostri lettori e ci racconti come è iniziata la sua passione di audiofilo.

Stefano Zaini (SZ)
Mi presento: sono Stefano Zaini titolare della The Sound Of The Valve e l'organizzatore della rassegna Milano Hi-End 2000 dedicata esclusivamente all'audio a 2 canali, che si svolge annualmente qui a Milano.
La nostra ditta si affaccia nel mercato dell'hi-end (non home theater) e produce elettroniche esclusivamente valvolari, monotriodi o push-pull, a richiesta del cliente con diverse configurazioni. Produciamo, anche, tre tipi di diffusori acustici ad alta efficienza:
in T.Q.W.T. e a dipolo, con il nostro altoparlante a larga banda ZS 266-8-1;
diffusori a tromba, sempre con altoparlanti a larga banda Lowther di cui siamo Lowther Club ed O.E.M. dal 26 Novembre 1998.
Non produciamo diffusori multivia.

La mia passione di "audiofilo" coincide con la passione per la musica.
All'età di 15 anni (oggi al 2001 ne ho 40), acquistai il mio primo impianto stereo e la mia prima chitarra elettrica e contestualmente formai la prima band.
Ricordo benissimo quell'anno (1976), in quanto

 

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