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acquistai il mio primo vero impianto hi-fi, a Milano presso i negozi Ricordi. Per l'acquisto di quell'impianto, spesi una bella cifretta (intorno alle 500mila lire, per l'epoca non eran male...). Tornato a casa con il mio bell'impianto analogico (ovviamente), appena finito di montare di tutto punto misi sul piatto Garrard un bel 33 giri dei Pink Floyd: non dimenticherò mai l'emozione che provai...
Da allora d'impianti stereo ne cambiai parecchi. Stessa sorte anche per le band musicali. Oggi grazie ad un hobby iniziato per la passione per la musica, mi ritrovo ad essere il titolare di una ditta nel settore dell'elettronica.
FP Soffermiamoci un attimo sulla sua evoluzione audiofila. Potrebbe raccontarci se vi furono diverse fasi ed in particolare quale tipologia di diffusori predilesse in passato?
SZ Dal 1976 ad oggi ho avuto diverse tipologie d'impianto hi-fi: dai diffusori a 5 vie di medio-alta efficienza agli elettrostatici a bassissima efficienza. Nel 1980, ricordo che vi fu un periodo che mi ero "impallinato" solo per l'ascolto del jazz, e trovai convincenti dei diffusori a sospensione pneumatica francesi, i 3A, di cui non ricordo il modello. Questi per le mie esigenze d'ascolto nel mio ambiente di allora erano dinamici, facili nel pilotaggio essendo a medio-alta efficienza ed erano meno colorati di tantissimi altri.
Erano diffusori composti da un woofer passivo, un woofer medio ed un tweeter piezoelettrico caricato a tromba che serviva per rifinire la parte alta. Un bel giorno si bruciò un tweeter e notai che il diffusore con il tweeter funzionante, era un poco piu' colorato dell'altro. A quel punto compresi che l'altoparlante che "lavorava" di più, quello che in particolare copriva il maggior numero di frequenze audio, era il woofer-medio. Inoltre, arrivava ad emettere anche frequenze molto alte. Di converso, il passivo serviva solamente per far scendere piu' in basso il diffusore.
A questo punto esclusi i due tweeter ed il cross-over. In questo modo attuai un collegamento diretto all'unico altoparlante ottenendo così uno pseudo-sistema a larga banda aiutato dal (Continua a pagina 2)
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