|
Successivamente è stato sistemato nella Sala Cotzia per circa tre settimane, per verificare le sue prestazioni nei confronti del lettore digitale Copland CDA 266, che ricordo ai nostri abbonati è uno dei pochissimi lettori digitali con sezione analogica interamente a discreti. Nella terza fase del test, è ritornato nella Sala 1, sistemato in modo da sfruttarlo al massimo delle sue capacità e confrontato nuovamente con il Denon. Infine, ha preso il posto del Denon e testato nelle migliori condizioni possibili. Pochi audiofili sono a conoscenza del fatto, che le prestazioni di un apparecchio audio, in particolare dei lettori digitali, sono condizionate dal suo posizionamento nel tavolino. Di qui la necessità di sistemarlo anche al posto del lettore di riferimento.
Il test con il mio sistema audio di classe Hi-End, serve soprattutto per mettere il lettore nelle condizioni di potere esprimere tutte le sue potenzialità; ciò, grazie all'ampia banda passante (16-32.000 Hz) che i miei diffusori sono in grado di restituire, oltre all'assenza di limitazioni degli altri parametri audiofili, quali la dinamica, la trasparenza, il microcontrasto, ecc. Difficilmente le riviste audio effettuano prove di ascolto in queste condizioni ed HFG è l'unica che pretende il rispetto di rigorosi parametri tecnici per potere effettuare dei test attendibili. La prova nella Sala Cotzia, invece, è servita per verificare le prestazioni sonore del lettore in un altro impianto, in altre condizioni ed in un altro ambiente di ascolto. Gli apparecchi migliori, dovrebbero suonare allo stesso modo in qualsiasi condizione ed a questo serve l'ascolto in due impianti differenti.
Qualora sia stato spento, il lettore è stato acceso in preriscaldamento almeno per 1 ora prima di ogni ascolto, tenendo il livello del volume basso; l'ascolto vero e proprio è stato effettuato sempre dopo una mezz'ora di utilizzo intensivo, in modo da sbloccare i trasduttori dei diffusori.
I dischi utilizzati sono stati un centinaio, in maggioranza assoluta CD. I generi musicali sono diversi, dalla classica al pop, dal jazz alla lirica, anche per verificare l'esistenza o meno di una predilezione del lettore per un genere o per un altro. Allo scopo ho utilizzato le migliori registrazioni in mio possesso. Nel corso della prova, dopo la scoperta di un particolare eclatante, ho utilizzato anche registrazioni storiche e registrazioni tralasciate da tempo, per la verifica di alcuni fattori.
L'ASCOLTO: UNA NUOVA ERA DIGITALE
L'insieme dei fattori presi a riferimento nella descrizione tecnica, ha contribuito notevolmente alla creazione di un nuovo modello di riferimento nello standard digitale, in rapporto alla classe di appartenenza. Tale risultato ha portato alla sostituzione del mio precedente riferimento, il Denon DCD 2000 AE, lettore ancora oggi di riferimento per la sua categoria di prezzo e poco oltre. Adesso, nella Sala 1, il mio nuovo lettore di riferimento è questo North Star Sapphire SACD Player, mentre il Denon continua la sua splendida opera di generatore di musica in Sala 2.
Due sono i fattori che caratterizzano immediatamente il suono del Sapphire SACD. Innanzitutto la voce. Non credevo possibile si potesse migliorare in breve tempo e ad un costo accettabile, quella ottima del Denon. Il risultato però è incredibile: la voce offerta dal North Star ha qualcosa di umano. E' impossibile non rendersene conto. La stessa identica sensazione, si è avuta nella Sala Cotzia a confronto con il Copland CDA 266: una voce decisamente umana. La sensazione di realtà è talmente elevata, che al primo ascolto mi è venuto un accidente. Un conto è la riproduzione-riproposizione di una voce ed un conto è la materializzazione. Non mi viene un altro aggettivo per definire un fatto molto importante per la storia recente dell'alta fedeltà. Né ero preparato a sentire i miei diffusori con una qualità estrema!
Sinora nessun sistema di lettura, digitale ed analogico, tra quelli passati sotto le mie mani e le mie orecchie, ha raggiunto simili livelli. L'Accuphase DP 70, il Naim CDI, il Sony, il Copland, i Denon DCD 700, DCD 2000 AE e DVD 2200, il Restek, il Plinius, il Klimo Beorde, il Michell Transcription, il Michell Gyrodeck, ecc. ecc. offrono aspetti interessanti, spesso una parte della realtà, ma non tutta. Secondo la mia teoria, se si riesce a riprodurre in modo credibile la voce, figuratevi altre cose…
La seconda caratteristica che è balzata subito in evidenza è la sua capacità di lettura: è praticamente allo Stato dell'Arte! Il North Star ha messo praticamente in evidenza, costantemente, passaggi che altri lettori nemmeno conoscono l'esistenza. Esagero? Non direi! Prendo a riferimento il CD di Britney Spears, "Oops!… I did it again". Da sempre il brano n. 5, "Don't let me be the last to know" non mi ha mai convinto in un punto, il particolare tra 0.36 e 0.39. Si tratta di un brano piuttosto tranquillo, quindi nulla di impegnativo per qualsiasi impianto. In quel punto vi è un passaggio musicale piuttosto complesso, che ha sempre suonato "strano". Ho persino ascoltato un altro disco originale ed affittato una copia per verificare la stranezza. Entrambi i casi hanno confermato la stranezza, risolvendo la questione in un banale errore di stampa. Con il North Star la stranezza svanisce, trasformandola in un complesso e repentino passaggio musicale, dove si perdeva un colpo di batteria…. Tutti i lettori da me ascoltati, hanno sempre suonato come se accorciassero la traccia! Con il mio sistema, l'accorciamento della traccia è reso molto in evidenza, mentre se ascoltate lo stesso brano con il PC che adopero per gli esperimenti sulla masterizzazione, non si nota nulla. Eppure, se masterizzo il disco, il brano viene riproposto esattamente come l'originale, anche se il PC continua a fare finta di nulla durante l'ascolto. Quindi non un errore di stampa, ma semplicemente una incapacità di lettura degli altri lettori….
A questo punto, compreso l'eccezionalità dell'evento, ho cominciato a prendere tutti i dischi di mia conoscenza. Dischi anche vecchiotti, come certi Telarc del 1978, riversati nei primi anni '80 in CD. Giorno dopo giorno, disco dopo disco, il responso è stato inequivocabile: la capacità di lettura di questo lettore è strepitosa, ben al di sopra delle migliori macchine sinora testate. Questa straordinaria capacità, unita ad altre caratteristiche, trasforma letteralmente il suono di moltissimi dischi. Ad esempio, "Carmina Burana" e "L'Uccello di Fuoco", entrambi della Telarc, la cui registrazione originaria è datata 1978, sono restituiti come se fossero delle registrazioni recenti. Balza subito in evidenza, il fatto che, a quanto pare, Telarc registrasse benissimo già nel 1978. Questo fatto ha una portata storica e consegna definitivamente il digitale nella storia della corretta evoluzione della riproduzione audio. Ciò dimostra una volta per tutte che il digitale è un sistema in grado di catturare l'evento in modo quasi completo, se effettuato correttamente, la cui qualità di lettura è in grado di migliorare nel tempo, grazie alle evoluzioni delle apparecchiature e della rimasterizzazione. Le recenti rimasterizzazioni a 24 bit di eventi prima rimasterizzati in CD dall'analogico, dimostrano questa tesi: la possibilità di migliorare costantemente il contenuto delle informazioni digitali. Un evento praticamente sconosciuto all'analogico, sotto ogni punto di vista! Prendete ad esempio le ristampe a 180 grammi ed oltre e vedrete che il miglioramento spesso è irrisorio o nullo! E li pagate un sacco di soldi…
L'ascolto di tanti altri dischi, conferma quanto appena espresso. In pratica con il miglioramento della capacità di lettura, molti dischi vengono letteralmente recuperati, restaurati e portati a nuova vita. Certo, le brutte registrazioni rimangono tali, ma in molti casi si fanno ascoltare meglio che in precedenza; in altrettanto, peggiorano notevolmente. Questo fatto mi ha permesso di riascoltare dischi che non ascoltavo anche da anni, messi da parte a favore di registrazioni più moderne. Ho riascoltato tutti i CD della Telarc di quand'ero ragazzo, divertendomi non poco. Con il precedente riferimento, veniva messo in evidenza l'età del disco, esibendo tracce di indurimenti un po' qua ed un po' dall'altra parte. Con il North Star Sapphire l'età della registrazione non conta più, ma conta il suo contenuto qualitativo. Per cui se è una buona registrazione, il disco suona molto bene, soprattutto la musica.
Due i passaggi principali dove è possibile notare quello che ho definito la "superiore capacità di lettura" di questo lettore, che potrebbe essere, ovviamente, un insieme di fattori tecnici. L'inizio di Carmina Burana di Carl Orff, edito dalla Telarc, edizione 1978, è stato per anni ascoltabile solo a medio volume, a causa dell'eccessivo indurimento creato dall'alto livello di emissione del coro. Passando al brano successivo, però, occorreva alzare il volume per poterlo ascoltare, tanto basso è il livello di registrazione (alta dinamica…). Nella versione più recente della Telarc in DSD, è possibile ascoltare il brano iniziale anche a volume più sostenuto; per l'ascolto del successivo piano orchestrale, occorreva alzare leggermente il volume (in DSD, poi la dinamica è maggiore…).
|
|