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periodo in cui, oltre all'inconfondibile stile del grande cantautore, è possibile sentire, in vari album, un geniale utilizzo del violino, del banjo, del mandolino e persino dell'oud.
In "The guests", la parte strumentale è riprodotta dalle MG 2.6R in modo "avvolgente", con una gamma bassa adeguata alla situazione e con una trasparenza totale. Anche nei casi in cui la posizione virtuale degli strumenti coincida con il punto in cui sono collocati i diffusori, la riproduzione non ne risente ed appare comunque svincolata dagli stessi.
La voce di Cohen appartiene alla categoria delle voci profonde, tra il basso ed il baritono, così come quella dei compianti Fabrizio De Andrè e Giorgio Gaber, e con le Maggies ha una resa convincente, ma è decisamente migliorabile con l'inserimento dei subwoofers, i quali, oltre a conferire un più adeguato spessore timbrico, consentono di cogliere una componente quasi sempre "trascurata", ovvero il fatto che tutte le voci devono far percepire la "presenza" della cassa toracica.
Questo aspetto non è facile da spiegare, in quanto è dato per scontato da chi può sentire il cosiddetto "vocione", tanto caro, ad esempio, ai tannoysti, ma sembra frutto di chissà quale invenzione a chi ascolta diffusori inadeguati, che ignorano ciò che i microfoni rilevano in gamma bassa, relativamente alle voci più profonde, restituendolo poi nei dischi dei cantautori sopraccitati.
Le voci femminili presenti in questo magnifico brano sono incise in modo da esprimere il loro "ipotetico" realismo con grande magia e sono prontamente assecondate dalle Magneplanar, che riempiono la sala d'ascolto di presenze fatate, talvolta avanzate o lateralizzate rispetto ai diffusori, altre volte arretrate rispetto ad essi, con il tipico suono vagamente etereo ma assolutamente umano, che rende le Maggies inimitabili nella riproduzione delle voci femminili.
Inti-Illimani, "Antologia n° 1, 1973-1978". CD Warner Music, 2000
Cambiando completamente genere, ho riascoltato tutta la "Antologia n° 1, 1973-1978" degli Inti-Illimani, album che contiene alcune delle migliori musiche eseguite dagli straordinari multi strumentisti cileni. Tutti i componenti del gruppo sono ottimi percussionisti, in grado di comunicare l'incredibile senso del ritmo, innato in molti musicisti latinoamericani, ma sono in grado di suonare praticamente qualsiasi strumento, a corda od a fiato, proveniente dalle loro tradizioni etniche e folcloristiche, pur essendo ovviamente specializzati in alcuni di essi.
Tutti i brani di questa raccolta sono riprodotti dalle Maggies con grande coinvolgimento emotivo, esprimendo al meglio le sensazioni legate ai motivi politico-sociali ispiratori delle musiche. Il brano n° 12, "Papel De Plata", è particolarmente adatto per evidenziare il realismo dei sikus, i suggestivi flauti di pan andini, nonché il virtuosismo di Jorge Coulon e Josè Seves. I sikus appaiono quasi per incanto su entrambi i lati della scena sonora, completamente svincolati dai diffusori, nonostante siano "vicini" ad essi, con un senso del soffiato talmente realistico, da farne percepire l'umanità nel solito inimitabile modo, anche grazie al risalto che la registrazione dà a questi strumenti, con un efficace effetto zoom.
Anche gli altri strumenti "protagonisti", come lo charango (piccola chitarra dal suono limpido e "liquoroso") o la quena (caratteristico flauto di bambù), sono resi in modo convincente, anche dalle sole MG 2.6R, così come la voce di Horacio Salinas.
Possono invece migliorare parecchio, alcuni strumenti dal suono particolarmente corposo e pieno, come il bombo leguero (tamburo dal suono denso e profondissimo, del quale, se si utilizzano diffusori inadeguati, si rischia di sentire solo i colpi secchi che possono essere prodotti dai suoi bordi di legno) od il guitarron (conosciuto anche come basso di chitarra e descrivibile come un vero e proprio incrocio sonoro tra un contrabbasso ed una chitarra). Infatti, con l'inserimento dei subwoofers, il bombo leguero presente in "Papel De Plata" acquista un corpo altrimenti irraggiungibile, espandendo le sue sonorità nell'ambiente di ascolto, in modo da consentire il solito effetto legante tra gli strumenti, che tanto giova alla tessitura armonica della musica.
Nel brano "Rin Del Angelito" (toccante composizione di Violeta Parra, dedicata alla elevata mortalità infantile che affligge le più desolate località andine), l'intervento del guitarron passa "inosservato" in una buona parte dei sistemi in cui l'ho ascoltato, dove, bene che vada, le sue note possono essere confuse con quelle emesse dalle corde più grosse di una normale chitarra acustica. Anche in questo caso i sub fanno emergere in modo convincente le dimensioni dello strumento, anche se non sono comunque riuscito ad ottenere un risultato paragonabile a quello offerto dalle Tannoy Canterbury 15 HE. Chiunque conosca i risultati permessi dai grandi DC 15, riguardo alla riproduzione degli strumenti a corda, sa di cosa parlo.
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