HI-FIGUIDE | Guida italiana all'alta fedeltà esoterica ed hi-end internazionale | Rivista di approfondimento sui temi audio
Home Site Map Progetto Chi siamo E-Mail Tutto HFG!

HI-FIGUIDE TEST | DIFFUSORI ACUSTICI > SISTEMI  PLANARI

Cerca

HI-FIGUIDE TEST > DIFFUSORI ACUSTICI

HI-FIGUIDE TEST
_______________________

Diffusori Acustici
_____________

Sistemi Planari

_____________

Magneplanar MG 2.6R

1 | 2 | 3 |
4 | 5   


_____________




SISTEMI PLANARI

MAGNEPAN MAGNEPLANAR MG 2.6R

1 | 2 | 3 | 4 | 5   

Continua da pagina 3

periodo in cui, oltre all'inconfondibile stile del grande cantautore, è possibile sentire, in vari album, un geniale utilizzo del violino, del banjo, del mandolino e persino dell'oud.

In "The guests", la parte strumentale è riprodotta dalle MG 2.6R in modo "avvolgente", con una gamma bassa adeguata alla situazione e con una trasparenza totale. Anche nei casi in cui la posizione virtuale degli strumenti coincida con il punto in cui sono collocati i diffusori, la riproduzione non ne risente ed appare comunque svincolata dagli stessi.

La voce di Cohen appartiene alla categoria delle voci profonde, tra il basso ed il baritono, così come quella dei compianti Fabrizio De Andrè e Giorgio Gaber, e con le Maggies ha una resa convincente, ma è decisamente migliorabile con l'inserimento dei subwoofers, i quali, oltre a conferire un più adeguato spessore timbrico, consentono di cogliere una componente quasi sempre "trascurata", ovvero il fatto che tutte le voci devono far percepire la "presenza" della
cassa toracica.

Questo aspetto non è facile da spiegare, in quanto è dato per scontato da chi può sentire il cosiddetto "vocione", tanto caro, ad esempio, ai tannoysti, ma sembra frutto di chissà quale invenzione a chi ascolta
diffusori inadeguati, che ignorano ciò che i microfoni rilevano in gamma bassa, relativamente alle voci più profonde, restituendolo poi nei dischi dei cantautori sopraccitati.

Le voci femminili presenti in questo magnifico brano sono incise in modo da esprimere il loro "ipotetico" realismo con grande magia e sono prontamente assecondate dalle Magneplanar, che riempiono la sala d'ascolto di presenze fatate, talvolta avanzate o lateralizzate rispetto ai diffusori, altre volte arretrate rispetto ad essi, con il tipico suono vagamente etereo ma assolutamente umano, che rende le Maggies inimitabili nella riproduzione delle voci femminili.

Inti-Illimani, "Antologia n° 1, 1973-1978". CD Warner Music, 2000

Cambiando completamente genere, ho riascoltato tutta la "Antologia n° 1, 1973-1978" degli Inti-Illimani,  album che contiene alcune delle migliori musiche eseguite dagli straordinari multi strumentisti cileni. Tutti i componenti del gruppo sono ottimi percussionisti, in grado di comunicare l'incredibile senso del ritmo, innato in molti musicisti latinoamericani, ma sono in grado di suonare praticamente qualsiasi strumento, a corda od a fiato, proveniente dalle loro tradizioni etniche e folcloristiche, pur essendo ovviamente specializzati in alcuni di essi.

Tutti i brani di questa raccolta sono riprodotti dalle Maggies con grande coinvolgimento emotivo, esprimendo al meglio le sensazioni legate ai motivi politico-sociali ispiratori delle musiche.
Il brano n° 12, "
Papel De Plata", è particolarmente adatto per evidenziare il realismo dei sikus, i suggestivi flauti di pan andini, nonché il virtuosismo di Jorge Coulon e Josè Seves. I sikus appaiono quasi per incanto su entrambi i lati della scena sonora, completamente svincolati dai diffusori, nonostante siano "vicini" ad essi, con un senso del soffiato talmente realistico, da farne percepire l'umanità nel solito inimitabile modo, anche grazie al risalto che la registrazione dà a questi strumenti, con un efficace effetto zoom.

Anche gli altri strumenti "protagonisti", come lo charango (
piccola chitarra dal suono limpido e "liquoroso") o la quena (caratteristico flauto di bambù), sono resi in modo convincente, anche dalle sole  MG 2.6R, così come la voce di Horacio Salinas.

Possono invece migliorare parecchio, alcuni strumenti dal suono particolarmente corposo e pieno, come il
bombo leguero (tamburo dal suono denso e profondissimo, del quale, se si utilizzano diffusori inadeguati, si rischia di sentire solo i colpi secchi che possono essere prodotti dai suoi bordi di legno) od il guitarron (conosciuto anche come basso di chitarra e descrivibile come un vero e proprio incrocio sonoro tra un contrabbasso ed una chitarra).
Infatti, con l'inserimento dei subwoofers, il bombo leguero presente in "
Papel De Plata" acquista un corpo altrimenti irraggiungibile, espandendo le sue sonorità nell'ambiente di ascolto, in modo da consentire il solito effetto legante tra gli strumenti, che tanto giova alla tessitura armonica della musica.

Nel brano "
Rin Del Angelito" (toccante composizione di Violeta Parra, dedicata alla elevata mortalità infantile che affligge le più desolate località andine), l'intervento del guitarron passa "inosservato" in una buona parte dei sistemi in cui l'ho ascoltato, dove, bene che vada, le sue note possono essere confuse con quelle emesse dalle corde più grosse di una normale chitarra acustica. Anche in questo caso i sub fanno emergere in modo convincente le dimensioni dello strumento, anche se non sono comunque riuscito ad ottenere un risultato paragonabile a quello offerto dalle Tannoy Canterbury 15 HE. Chiunque conosca i risultati permessi dai grandi DC 15, riguardo alla riproduzione degli  strumenti a corda, sa di cosa parlo.

In tutti questi casi, oltre che dover ascoltare un solista più o meno anoressico, perderemo l'enfasi che il compositore intese dare ai passaggi più coinvolgenti, con l'utilizzo di strumenti che, con le loro note "vibranti", catturano l'attenzione dell'ascoltatore  anche a prescindere dalla sua stessa consapevolezza.

A partire dall'undicesimo minuto, ad esempio, il violoncello si alterna o si amalgama con l'orchestra, fino ad arrivare a 12'45'', dove la musica sfocia in un coinvolgente pieno orchestrale, che riesce a comunicare la tensione esecutiva presente nei 30 secondi successivi, solo se vengono ben riprodotte le note più profonde dei contrabbassi e delle percussioni.

Il discorso vale anche per i passaggi musicali tra i 19' e i 20'30'', dove l'inserimento dei subwoofers permette agli ottoni ed agli archi più piccoli, di essere percepiti con la giusta amalgama, grazie alla compattezza sonora che solo la riproduzione delle note più gravi consente di ottenere.

Se si ascoltano le Maggies da sole, senza però conoscere i risultati consentiti dai sub, la toccante melodia di Schelomo è comunque espressa piuttosto bene, ma per contrasto si nota come agli strumenti manchi una sorta di legante e come sia difficile ottenere un suono che sembri prescindere dalle dimensioni della sala d'ascolto, anche ascoltando a bassissimo volume.
Molte parti nelle quali il solista ha un ruolo meno importante, possono sembrare un po' vuote e poco espressive, invece sono semplicemente riprodotte solo in parte, a causa della mancanza delle prime ottave.

Spero che i planaristi che conoscono questo brano o lo scoprano grazie alla lettura di HFG©, provino ad approfondire l'ascolto, soprattutto dei passaggi sopraccitati, in modo da constatare  che il già ottimo rendimento può fare un incredibile salto di qualità, senza sostituire i diffusori principali, dei quali si è magari estremamente soddisfatti.

Billie Holiday, "Lady in Satin". Columbia, 1958.

Un genere musicale con il quale le Maggies hanno una resa veramente encomiabile è il jazz, soprattutto con quello più intimistico.
Era ormai da un bel po' di tempo che non ascoltavo Billie Holiday con le mie Magneplanar e devo dire che in questi casi sembra più che mai vero che ogni progetto realmente geniale, è  certamente in grado di esibire una buona resa con tutti i generi musicali, ma allo stesso tempo ha dei picchi prestazionali talmente alti, da sembrare "sorretto" da una vera e propria
concezione animistica della tecnica, tanto cara al nostro direttore.

Il brano che ho selezionato è il n° 1, cioè "
I'm a fool to want you", tratto dal celebre album del 1958 "Lady in satin".

È importante sfogliare il libretto allegato al CD ed osservare le foto, in modo da vedere come Billie cantasse in un angolo creato con una sorta di pannello acustico posto alle spalle di Ray Ellis, che mentre dirige la sua orchestra, "controlla" il tutto con l'ausilio di un paio di cuffie.

I brani sono stati ovviamente "manipolati", in modo da farci sentire la cantante in primo piano, con tutti gli strumenti di accompagnamento a fare da contorno ed i solisti presentati con un adeguato effetto zoom, che conferisce loro una buona presenza, ma facendoli comunque rimanere leggermente in "penombra", rispetto alla voce della cantante. Notate inoltre dalle foto, come nell'angolo in cui è posto il microfono, ci sia sempre l'immancabile tazza dalla quale Billie beveva, evidentemente, senza sapere che il disco lo avrebbe poi svelato anche 50 anni dopo….

Le Magneplanar assecondano tutti questi particolari in maniera inappuntabile, conferendo alle voci femminili, che accompagnano i brani, una presenza eterea ma palpabile allo stesso tempo; così come gli archi ed i legni che compongono l'orchestra "classica", esprimono in modo convincente l'ipotetico realismo timbrico permesso dall'incisione.

Le sibilanti, sono giustamente ben presenti, ma danno la sensazione di essere prodotte da una persona, non da un tweeter.
Della toccante voce, ormai rauca, si percepisce ogni sfumatura cromatica e, soprattutto, è facile immaginare le espressioni del viso, grazie all'innato senso di calore umano che permea ogni voce riprodotta dalle Maggies.

La capacità di estrapolare i dettagli è di livello veramente altissimo, in particolare quelli legati alla "componente" umana, come l'apertura delle labbra della cantante od il suo respiro.
Molto presente, a 3'04'' ad esempio, la voce incisa a basso livello nel master originale, poco prima che Billie dica la parola "without".

Leonard Cohen, " The essential Leonard Cohen". CD Columbia, 2002.

Sempre a proposito dell'eccellenza permessa dalle Maggies riguardo alla riproduzione della "componente" umana, ho ascoltato il brano "
The guests", tratto dalla splendida raccolta "The essential Leonard Cohen".
L'album dal quale è tratto il brano è "Recent songs", un bellissimo disco degli anni '70,

Continua a pagina 5


All Rights Reserved ® Copyright © | Francesco Piccione | 1998/2018