HI-FIGUIDE | Guida italiana all'alta fedeltà esoterica ed hi-end internazionale | Rivista di approfondimento sui temi audio
Home Site Map Progetto Chi siamo E-Mail Tutto HFG!

HI-FIGUIDE TEST | DIFFUSORI ACUSTICI > SISTEMI  PLANARI

Cerca

HI-FIGUIDE TEST > DIFFUSORI ACUSTICI

HI-FIGUIDE TEST
_______________________

Diffusori Acustici
_____________

Sistemi Planari

_____________

Magneplanar MG 2.6R

1 | 2 |
3 | 4 | 5   


_____________




SISTEMI PLANARI

MAGNEPAN MAGNEPLANAR MG 2.6R

1 | 2 | 3 | 4 | 5   

Continua da pagina 2

L'ascolto è stato talmente accattivante da spingermi ad ascoltare lo stesso brano in tutte le versioni in mio possesso!
In particolare, mi hanno lasciato di stucco la musicalità e l'espressività estratte dalla esecuzione di Wanda Landowska, nonostante risalga ai primi anni '30.

Chopin, "Notturni". Emergo Classics, 1974 (data incerta). Sergio Fiorentino, pianoforte.

Il secondo brano che ho voluto riascoltare con le Maggies è un notturno di Chopin, particolarmente "ricercato" da quando è stato usato per la colonna sonora del bellissimo film "Il Pianista".
Si tratta del "
Notturno in Do diesis minore opera postuma" (C sharp minor op. posth.), che ho sentito in diverse interpretazioni, scegliendo di segnalare l'esecuzione del grande pianista napoletano Sergio Fiorentino.

Questa incisione della Emergo Classics presenta un forte fruscio, riprodotto dalle Maggies nel solito modo, ovvero con la capacità di staccarlo dal contesto sonoro, facendo un magico primo piano allo strumento.
Con il sistema principale (
Tannoy Canterbury + sub), il piano è più grande e corposo, ma  è un po' "sminuito" dalla possanza del soffio, non perché manchi nitidezza alla riproduzione dello strumento, ma perché l'intensità di una componente dell'incisione che "esuli" dal messaggio musicale, tende a distogliere l'attenzione dagli strumenti ed a far sembrare maggiormente ricco di dettaglio il diffusore più "indifferente" verso la presenza di certe frequenze.

I difetti di questa registrazione vengono comunque smascherati anche dalle Magneplanar, che restituiscono con grande efficacia l'essenza melodica del messaggio musicale, nonostante le prime armoniche siano leggermente penalizzate dalla mancanza delle basse frequenze più profonde.
In particolare durante l'inizio del brano, la percezione del peso dello strumento è legata alla capacità del sistema di riprodurre le frequenze al di sotto dei 30 Hertz, anche se presenti a basso livello.
Quando ciò non è possibile, chi è abituato a sentire le prime armoniche come naturale "discendenza" dalle note fondamentali, non potrà fare a meno di notare che il suono, per quanto godibile, non ha la solita consistenza armonica.

A questo punto ho brevemente inserito i subwoofers e la conferma è stata immediata.
Oltre allo spessore del medio-basso, è importante segnalare come anche le armoniche più "fini", appaiano all'istante come tali e non come semplici "dettagli" staccati dal contesto strumentale.
La già notevole "correttezza" timbrica, favorita dall'incremento della potenza acustica al di sotto dei 60-70 Hertz, raggiunge livelli tali da giustificare la spesa necessaria per l'acquisto dei subwoofers, che permettono un salto di qualità, che posiziona i diffusori oggetto della prova, in una categoria che con essi ha davvero poco a che vedere.

Chi non riuscisse a reperire la versione di Sergio Fiorentino, potrebbe facilmente trovare quella di Claudio Arrau (
Philips) o di Vladimir Ashkenazy (Decca), ed il discorso sarebbe sostanzialmente identico, nonostante la notevole diversità delle incisioni e delle interpretazioni ...

Ernst Bloch, "Schelomo", Alfred Wallenstein direttore, Pierre Fournier violoncello, Berliner Philharmoniker, Deutsche Grammophon, 1967

Passiamo ora ad una registrazione Deutsche Grammophon del 1967, che ci permette di fare alcune considerazioni sulla riproduzione dell'orchestra.
In questa straordinaria esecuzione, ascoltiamo i Berliner Philharmoniker, che eseguono "
Schelomo", la rapsodia ebraica per violoncello ed orchestra composta da Ernst Bloch. L'orchestra è diretta da Alfred Wallenstein ed il violoncello solista è affidato ad uno dei più grandi strumentisti di tutti i tempi: Pierre Fournier.

A prescindere da ogni considerazione audiofila, tenevo a segnalare quest'opera musicale, "dedicata" al Re Salomone, per la sua bellezza, avendo notato che è generalmente poco conosciuta.
Bloch compose Schelomo attorno al 1915, cioè in anni in cui, per ovvi motivi storici, le composizioni musicali esprimevano spesso una profonda inquietudine ed un incolmabile, quanto arido, vuoto pessimistico. Tutte e tre le versioni in mio possesso, esprimono, infatti, molto bene queste sensazioni, grazie alla maestria dei solisti (
Rostropovich e Maisky nelle altre due esecuzioni, entrambe dirette da Bernstein).

Tornando alla nostra passione per la riproduzione ad Alta Fedeltà, il brano permette di capire il miglioramento introdotto dai subwoofers per un motivo concreto e sostanziale, ossia il
riequilibrio dei rapporti tra strumento solista ed orchestra.

L'importanza dello strumento solista, riguardo all'esposizione melodica della composizione, fa si, che già a livello psicologico, l'ascoltatore sia naturalmente portato a concentrarsi su di esso. Figuriamoci, quindi, cosa si perde durante la riproduzione, quando l'orchestra viene "privata"  delle note più profonde dei contrabbassi, dei tocchi più delicati della grancassa orchestrale, delle cavernose note fondamentali del controfagotto e del bassotuba.

Magia sonora

Un importante aspetto della riproduzione musicale, in cui le Magneplanar sono davvero difficili da eguagliare, è quello relativo alla "magia sonora".
Sembrano avere una congenita capacità di andare dritte al cuore della musica, comunicando delle intense sensazioni "cerebrali", che provocano un incredibile coinvolgimento emotivo, quasi indipendentemente dalla percezione fisica dell'evento musicale.

Anche durante l'ascolto delle incisioni storiche più limitate dal punto di vista tecnico, le Maggies riescono sempre a fare una sorta di primo piano ai soggetti sonori principali, "staccandoli" dai contesti "secondari" (
come il fruscio, i crepitii e gli altri tipici "difetti"  delle incisioni storiche), che pur non appartenendo all'esecuzione fine a se stessa, condizionano comunque la resa della sua riproduzione, in quanto presenti nell'incisione.  Questo è certamente il più grande pregio dei diffusori isodinamici, ovvero l'innato potere di estrapolare l'espressività degli esecutori, aprendo appunto, un'ipnotizzante finestra sulla musica!


9. Fase preparatoria al test

Prima di riascoltare le mie fide MG 2.6R è stato necessario, a parte l'ovvio "trasloco" delle mie Tannoy Canterbury,

  • sia un periodo di "nuovo" rodaggio delle stesse,
  • sia una sorta di riassestamento da parte del sistema.

Ultimate le fasi di riassestamento elettrico e meccanico (
effettuate con una tecnica anteriore alla cosperta del rivoluzionario Massage Disc©), prima di dedicarmi ad un ascolto mirato alla specifica prova  dei diffusori, ho ascoltato musica per due settimane, godendomi solo diversi CD nuovi di zecca, che ancora non avevo avuto modo di ascoltare, in modo da "equalizzare" il mio orecchio sulle sole Maggies e cercare di abituarmi alla mancanza dei subwoofers e più in generale alle differenze sonore rispetto al sistema principale.


10. Il test di ascolto

Bach, "Goldberg Variations". Sony SBM, 1981. Glenn Gould, pianoforte.

Il primo brano che ho scelto è tratto da una esecuzione che è riduttivo definire magistrale: le "Variazioni Goldberg", BWV 988 nella "storica" interpretazione registrata da Glenn Gould nel 1981. Precisamente utilizzo la notissima versione "
The Glenn Gould Edition", rielaborata dalla Sony con il sistema SBM (Super Bit Mapping).

Questa è la classica esecuzione che mi piace definire "monopolizzante", ossia talmente riuscita e famosa, da rendere difficoltoso, e spesso imbarazzante, l'ascolto delle altre interpretazioni, che vengono inevitabilmente paragonate a quella di "riferimento".

La traccia che ho selezionato è la n° 26 (
cioè la "Variatio 25"), in quanto particolarmente adatta a far esprimere al meglio il carattere sonoro delle Maggies.
La particolarità dell'esecuzione è data dal fatto che la melodia del brano, dotato di una profondissima componente elegiaca, è espressa sia dal piano che dai celebri "vocalizzi" di Gould. Anzi, gli estimatori di Gould rinuncerebbero prima allo strumento che non alla voce ...
È proprio il particolare risalto che viene dato alla voce del pianista, a rendere perfettamente l'idea della "magia sonora" che può rendere irrinunciabili le Magneplanar. La voce di Gould è completamente svincolata dai diffusori e più precisamente dall'intero contesto sonoro, ma allo stesso tempo ha una presenza inquietante che si lega perfettamente alle note del piano, come se lo strumento fosse suonato da un fantasma.

Il pianoforte è riprodotto in maniera non completa, ma è incredibilmente espressivo ed è proprio la sua relativa mancanza di corpo, a far si che l'attenzione dell'ascoltatore si concentri sugli aspetti più intimistici e, conseguentemente, più legati ai momentanei stati d'animo, che non  ad una valutazione oggettiva della riproduzione.

Questa constatazione non è certo un'offesa verso gli isodinamici, ma solo una descrizione che dovrebbe permettere agli eventuali acquirenti di conoscere il tipo di suono che otterranno realmente, senza poi rimanere delusi nelle aspettative.

Chi ama ascoltare dal vivo i recital od i concerti pianistici, sa bene che qualsiasi tipo di pianoforte suona con grande peso e compattezza, anche durante i pianissimo e mentre "emette" le note più cristalline.
La pienezza del suono consentita dalle Maggies, non è disprezzabile, ma non è certo il parametro che deve essere messo ai primi posti da chi le sceglie.

Questo brano è una vera e propria fonte di informazioni sonore, che vengono riprodotte con disarmante facilità dalle MG 2.6R, con caratteristiche sinestetiche abbastanza "incolori" per quanto riguarda la generica neutralità timbrica, che sembrano contraddire l'ottima capacità di discriminazione cromatica che caratterizza la sonorità dei diffusori e gli conferisce una notevole vivacità riproduttiva; anche riguardo alla scansione ritmica dei brani dinamicamente più "contrastati". 

Continua a pagina 4


All Rights Reserved ® Copyright © | Francesco Piccione | 1998/2018