HI-FIGUIDE | Guida italiana all'alta fedeltà esoterica ed hi-end internazionale | Rivista di approfondimento sui temi audio
Home Site Map Progetto Chi siamo E-Mail Tutto HFG!

HI-FIGUIDE TEST | DIFFUSORI ACUSTICI > SISTEMI  PLANARI

Cerca

HI-FIGUIDE TEST > DIFFUSORI ACUSTICI

HI-FIGUIDE TEST
_______________________

Diffusori Acustici
_____________

Sistemi Planari

_____________

Magneplanar MG 2.6R

1 |
2 | 3 | 4 | 5   


_____________




SISTEMI PLANARI

MAGNEPAN MAGNEPLANAR MG 2.6R

1 | 2 | 3 | 4 | 5   

Continua da pagina 1


Possiamo dire, in via generale, che se i diffusori isodinamici vengono ascoltati da soli, si restringe vertiginosamente il campo dei generi musicali ascoltabili con godimento, ossia, senza che la fatica d'ascolto
generata dall'incompletezza armonica della timbrica, ci costringa ad un livello acustico da "sottofondo".
Per i brani descritti, farò comunque riferimento, quasi esclusivamente, alle sole Magnepan MG 2.6R.

Caratteristiche generali dei planari

Per fortuna, i planari hanno una caratteristica, per certi versi contraddittoria e non facilmente spiegabile, che li accomuna in parte ai grandi diffusori dinamici da pavimento, vale a dire la capacità di offrire un'ottima riproduzione, a bassi volumi d'ascolto.
Questa particolare prestazione dei planari, aiuta a distinguere due parametri, legati da un filo sottilissimo (
ma comunque ben distinti: "I Diffusori Acustici©"):

  • la sensibilità
  • e l'efficienza.

I diffusori planari dimostrano, all'ascolto, una buona efficienza, in virtù del fatto che il segnale ha a disposizione una grande superficie di emissione (
ma questo campo è  sapientemente approfondito nello specifico articolo tecnico del Direttore Francesco Piccione, che ha un'incredibile competenza in qualsiasi materia riguardi la progettazione dei diffusori), nonostante non siano certo diffusori ad alta sensibilità.

Un altro aspetto positivo, consentito dall'ottima resa appena menzionata, è dato dalla linearità della risposta in frequenza, dei diffusori isodinamici, ma più in generale di tutti i planari.
Nel caso sia presente il Tweeter Ribbon, la linearità riguarda anche le alte frequenze; in caso contrario si avrà un accentuato roll-off sugli acuti, che a prescindere dal fatto che possa essere gradito, impedisce di raggiungere le migliori prestazioni in termini di spazialità e "rifinitura" del messaggio musicale.

La gamma bassa

La gamma bassa delle MG 2.6R si estende, a livello "informativo", fino a quasi 30 Hertz, ma se si vuole che questa estensione sia effettivamente "lineare", bisogna accontentarsi di livelli d'ascolto non molto alti.

Quando si prova ad aumentare gradualmente il volume, ci si rende conto che, mentre la gamma media continua ad aumentare fino ai soliti 100-103 dB di massima pressione sonora ottenibile, la gamma bassa non riesce a "reggere" il passo e fa si che quando le Maggies stanno esprimendo la loro massima potenza acustica, si possa contare su una reale linearità in basso, che non riesce a scendere oltre i 60-70 Hertz.

A tal proposito, i "tifosi", che (
anche se talvolta in buona fede) non riescono ad essere obiettivi, definiscono scettici "coloro che affermano che le Maggies non abbiano bassi".
In un certo senso hanno ragione, in quanto le Maggies possono risultare molto più estese in basso di quanto creda chi non le ha sapute posizionare, pilotare e via dicendo; ma allo stesso tempo, gli isodinamici hanno realmente una gamma bassa "limitata" in tutti i parametri, per l'esperienza di chi ascolta grandi sistemi a 4 torri, grandi diffusori dinamici, grandi subwoofers e così via. Di fatto, per chi ascolta con i sistemi di diffusione del suono, in grado di riprodurre le bassissime frequenze emesse da strumenti come l'organo, la grancassa, il timpano, il pianoforte, l'arpa, ecc..

Perciò, pur amando il suono delle Maggies, non sarei onesto, se non segnalassi che ascoltare "La Sagra della Primavera", magari nella portentosa Direzione di Riccardo Chailly (
Decca, 1985), con le mie MG 2.6R, staccando i sub, è a dir poco mortificante; se poi il confronto è fatto con le Tannoy Canterbury 15 HE, usate da sole o come "satelliti", posso solo dire che è davvero un confronto "impari", così come è impari sentire le piccole Spendor LS3/5A dopo le Maggies….

Trasparenza

Anche la trasparenza è unanimemente considerata un punto di forza dei diffusori planari.
Con i giusti brani, risultano effettivamente spettacolari in questo parametro, ma mitizzare troppo significa aver ascoltato pochi altri sistemi.
Voglio dire che alcuni diffusori "tradizionali", non hanno nessuna invidia dei diffusori planari, neanche in questo aspetto.

In questo caso sto parlando di trasparenza intesa come capacità di "sparire" in ambiente, come fonti di emissione del suono.
Se, invece, parliamo di trasparenza intesa come capacità di rilevare le differenze introdotte dai cambiamenti "a monte" nella catena di riproduzione oppure la resa delle diverse incisioni, allora i planari sono abbastanza discriminanti, ma vengono facilmente superati dai grandi sistemi dinamici, grazie alla loro oggettiva superiorità nei soliti parametri "misurabili".


6. L'amplificazione

Lo "
sproposito", invece, riguarda l'amplificazione.
Le Magneplanar richiedono certamente delle elettroniche di qualità, ma non hanno bisogno di chissà quali potenze di "targa". Con questo genere di diffusori, è quanto mai fondamentale considerarne i limiti fisici, altrimenti si rischia di rimanere insoddisfatti dell'amplificatore, al quale semplicemente si richiedono prestazioni "dinamiche" che non gli competono, poiché non ottenibili con i diffusori planari.

Partendo da alcuni semplici dati oggettivi, vediamo che, posta una sensibilità media di 84-87 dB (
per i diversi modelli Magnepan) ed una massima capacità di pressione acustica intorno ai 100-103 dB, semplificando, con soli 64 Watt si raggiungono (partendo da 84 dB) i 102 dB, ovvero il massimo livello di emissione dei diffusori isodinamici (leggete a tal proposito il libro: "I Diffusori Acustici©").

È certo, quindi, che andare oltre la potenza indicata, costituirebbe solo uno spreco di risorse, in quanto

"l'amplificatore disperderebbe i Watt in eccesso, generando distorsione, senza alcuna possibilità di poter "ampliare" i limiti del diffusore".


Punto!
L'importante è che gli amplificatori utilizzati abbiano la corrente necessaria a "suffragare" i dati dichiarati.
In questo caso, con 50 Watt per canale su 8 Ohm, sarà possibile pilotare pressoché tutti i diffusori planari.
In caso contrario, l'amplificatore fallirebbe miseramente il suo compito, anche se "dichiarasse" 500 Watt per canale.

In un ambiente di quasi 40 metri quadrati, ho potuto appurare diversi aspetti.
Intanto, che non è opportuno superare i 30-35 metri quadrati, neanche con le grandi MG 20R.
Inoltre, che neanche i finali da 500 Watt riescono, come specificato prima, a sopperire ai naturali limiti di questa tipologia di diffusori. Punto!

Si aumenta, invece, il rischio di danneggiamento dei trasduttori; del Ribbon in particolare, ma anche delle parti in mylar.
Con alcuni brani d'organo incisi dalla Reference Recordings, ad esempio, le grandi MG 20R, hanno dimostrato di estendersi sotto i 30 Hertz, ma a patto di forzarle troppo. Se si esagera con il volume, vengono introdotte delle evidenti intermodulazioni, anche con eccellenti finali controllatissimi in gamma bassa e le membrane in mylar subiscono un grande stress, a causa dell'eccessiva (
ed innaturale) "escursione".

Inutile sottolineare la convenienza economica dei finali appena citati, in confronto ai prezzi spesso fantasiosi del "mercato del nuovo".
Un integrato straordinario, per chi non può spendere certe cifre è l' YBA Integrè, che soprattutto nella versione "DT", pilota benissimo diversi modelli Magnepan, fino a questo in prova.
Anche le amplificazioni a valvole vanno a nozze con le Maggies, se non si fanno dei grossolani errori di interfacciamento. Volendo utilizzare un integrato a valvole, dal prezzo conveniente, per i modelli entry level equipaggiati con il Quasi Ribbon, è senz'altro ottimo l'Audio Innovations 500.


7. Planari e subwoofers

Uno dei "
luoghi comuni" riguarda l'abbinamento dei planari ai subwoofers.
Ecco, mentre il limite oggettivo dei 100-103 dB di picco è invalicabile, è possibile far si che quella pressione sia ottenibile anche partendo dalle frequenze più basse, con l'inserimento di una coppia di subwoofers.
In tal caso, il miglioramento in termini di realismo timbrico e di impatto fisico è semplicemente incredibile! Più di qualsiasi altra mossa!

Purtroppo, i "
luoghi comuni" sulla "lentezza" dei grossi woofers, sul fatto che "sporchino" la purezza dei medi ed altre idiozie simili, fanno si che la maggioranza dei planaristi si privi dei risultati consentiti dall'utilizzo dei subwoofers.

Certo è che solo con l'inserimento dei subwoofers, è possibile ascoltare con grande soddisfazione i diffusori planari, pressoché con tutti i generi musicali.
Non voglio certo dire che inserire i sub in ambiente sia un operazione immediata, semplice o scontata! Tengo, però, a sottolineare che non è neanche difficile, come vorrebbe far credere chi non li ha mai provati (
o chi non li sa usare…), si tratta solo di acquisire le necessarie conoscenze in merito... (leggete a tal proposito il libro: "Le Basse Frequenze e i Subwoofers©").


8. Caratteristiche comuni ai diffusori planari

Per la prova d'ascolto ho scelto, appositamente, dei brani che non richiedono una grande risoluzione, ma ciò non significa che non possano migliorare, anche di molto, qualora i diffusori vengano coadiuvati da una coppia di subwoofers.

Continua a pagina 3


All Rights Reserved ® Copyright © | Francesco Piccione | 1998/2018