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LE GRANDI PROVE DI HI-FIGUIDE© ANTEPRIMA NAZIONALE! PODIUM SOUND MODEL 1 DIFFUSORI PLANARI AD ALTA SENSIBILITA' Di Francesco Piccione
Dopo la pubblicazione del test sulle Magneplanar MG 2.6R, eccoci alle prese con un'altra coppia di diffusori planari, dalla tecnologia innovativa, brevettata, che ha consentito questi di ottenere valori di sensibilità maggiori, rispetto agli altri: i Podium Sound Model 1. Li abbiamo analizzati attentamente per oltre 3 mesi (ed oltre ancora), abbinandoli con diversi amplificatori ed ascoltandoli con i più svariati generi musicali, per scoprire che…
1. Premessa
Sono ormai oltre 30 anni che "combatto" con i diffusori acustici. Li ho ascoltati quasi tutti: di alcuni ho apprezzato la genialità; di altri ho apprezzato la qualità del progetto; di molti, troppi, mi sono fatto quattro risate… Tra i diffusori che ho conosciuto direttamente, vi sono alcuni miei amori giovanili, che ormai posso definire come intramontabili: i diffusori Tannoy sono tra questi. Ma se vi è una categoria di diffusori acustici che ritengo "giusti", ossia il modello migliore di emissione del suono in ambito domestico, sono i "diffusori planari".
Con la collaborazione dell'inventore, progettista, costruttore, musicista, compositore e direttore di orchestra, Shelley Katz, abbiamo avuto questi diffusori in novità assoluta nel panorama internazionale. Il mio approccio, quindi, è stato più che mai scientifico e di sana curiosità, per verificare a che punto si trova la tecnologia planare.
All'epoca della pubblicazione di questa prova nel n. 11 di HI-FIGUIDE©, le informazioni erano talmente frammentarie, che praticamente era difficile farsi una idea precisa sulla costruzione del Model 1. Oggi, sono emerse nuove informazioni e per questo motivo pubblichiamo on-line la nostra prova, aggiornata alle nuove informazioni tecniche.
2. L'emissione a dipolo dei diffusori planari
Le mie conoscenze sugli studi sulla "emissione a dipolo", risalgono fino agli anni Cinquanta, ad opera di Hugh (Hugie) Morgan, dal titolo "Distorsioni acustiche nella riproduzione del suono registrato in ambiente chiuso" (Suono n. 136/137/140. 1984). Costui compì degli studi sul sistema a dipolo utilizzando un semplice pannello (baffle) ed un trasduttore tradizionale. Dapprima questo pannello fu analizzato in configurazione piatta con altoparlante singolo; successivamente in configurazione ripiegata (con ali laterali), con altoparlante singolo e multipli. Nei suoi studi, Morgan analizzava dettagliatamente ciò che succedeva al suono riprodotto nel corso delle differenti emissioni, all'interno di un ambiente chiuso. Nel corso degli esperimenti, utilizzò anche pannelli di diverse dimensioni e spiegò le variazioni che subiva il suono quando l'emissione posteriore, riflettendosi nella parete posteriore, si incontrava con quella anteriore.
Proprio la coesistenza dell'emissione anteriore e posteriore, è la caratteristica tipica dei diffusori planari. Questa doppia emissione è denominata, quando i centri di emissione coincidono, a dipolo (o dipolare o, in generale, in aria libera) e fu considerata da Morgan come la più naturale, tra le diverse tipologie di emissione del suono riprodotto in ambiente chiuso.
Nei diffusori a dipolo, l'emissione posteriore viene sfruttata per conseguire un duplice scopo. Innanzitutto, per aumentare la sensazione di ampliamento della spazialità o scena sonora (sempre che sia presente nella registrazione…), ritenuta scadente e scatolare nei diffusori tradizionali. In secondo luogo, per ragioni di superiorità timbrica, rispetto a quella la cui emissione posteriore viene intrappolata in un cabinet.
Nella sostanza, il diffusore dovrebbe essere il mezzo attraverso il quale il suono dovrebbe materializzarsi e diffondersi nell'ambiente di ascolto, senza però apportare alcuna differenziazione o caratterizzazione acustica tipica della cassa di risonanza degli strumenti acustici. La presenza del cabinet, quindi, è vista come una indebita ingerenza nel corso della trasformazione del segnale elettrico in onde sonore, poiché questo fungerebbe da cassa armonica o di risonanza, come avviene negli strumenti musicali. Solamente che, mentre in quest'ultimi la cassa armonica serve per creare il suono o timbro dello strumento stesso, nei diffusori acustici la cassa armonica (il cabinet) è la causa delle variazioni timbriche delle voci e strumenti musicali, durante la loro riproduzione.
I diffusori planari non soffrono di questo grave problema, poiché sono privi del cabinet. La membrana vibrante, quindi, è libera di muoversi, i cui unici vincoli sono determinati dalla sua tipologia costruttiva.
Il rovescio della medaglia risiede nella riproduzione della gamma bassa e sub-bassa. Per una loro adeguata riproduzione, occorre che il diffusore planare sia di grandi dimensioni (come del resto anche i diffusori tradizionali…). Tale fatto, non è riferito alla dimensione del cabinet come nei diffusori convenzionali, bensì alla dimensione della superficie radiante dell'altoparlante. Grandi superfici radianti mettono in movimento grandi masse d'aria, similmente come fanno i grandi strumenti musicali.
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