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LETTERA N. 11/2016 MASSAGE DISC© E IL RODAGGIO DEI CAVI AUDIO Di Fabrizio C.
Egr. dott. Piccione,
sono incuriosito dal suo Massage Disc©. Poiché possiedo parecchi cavi audio, alcuni anche hi-end e poiché mi diverte effettuare ascolti differenti, collegando le mie elettroniche ed i diffusori con cavi diversi, Le chiedo: "È vera la storia del "rodaggio" dei cavi?", poiché mi sembra inverosimile.
Inoltre: "Se è vera, è possibile migliorare le loro prestazioni?". Da questi due punti di vista sono piuttosto scettico, ma sono perfettamente conscio che tutti i cavi "suonano" differentemente.
Diversi sono i cavi in mio possesso: cito i Monster Cable, Audioquest, Cardas, Kimber, Spectral, MIT, Hitachi, Audio Technica, eccetera, nonché parecchi cavi autocostruiti su progetti di …. ed altri siti di autocostruzione, fra cui …..
Il mio impianto è composto da:
diffusori acustici: Avalon Ascent; preamplificatore: Audio Research SP 11 a due telai; filane: Audio Research D250 MK II; giradischi: Sota Cosmos; braccio SME IV; testina: Koetsu Red; lettore digitale: YBA 1, con alimentazione separata.
Grazie per una sua eventuale cortese risposta. Distinti saluti:
Fabrizio C.
Risponde Francesco S. Piccione
Egr. sig. Fabrizio,
la ringrazio per la Sua lettera e mi scusi per l'enorme ritardo nella risposta, perché ho approfittato per scrivere di… cavi elettrici, a distanza di notevole tempo dall'ultima mia pubblicazione.
Il "problema cavi" è uno di quegli argomenti che fanno infiammano gli animi, soprattutto degli stolti. Su questo argomento ho scritto anche un libro, che sta ottenendo un buon successo di vendita, dal titolo "Dell'Enigma dei Cavi".
Tutti i problemi generalmente lamentati dai detrattori del suono dei cavi, hanno origine per colpa dell'"Elettrotecnica" e, contestualmente, dell'"Ingegneria". È ormai noto che tutti i cavi elettrici, in particolare quelli per uso audio, hanno una influenza sulla qualità del suono, poiché incidono sia sul segnale in transito, che sulla tensione e corrente.
Quantificare e definire questa "influenza" ovviamente è estremamente difficile. Se, infatti, si resta fedeli alla "Elettrotecnica" è molto difficile spiegare gli effetti della loro "influenza". Secondo questa branca, infatti, il cavo elettrico sarebbe attraversato da un segnale, che viene influenzato dalle componenti "R", "L" e "C". Stessa opinione ha l'"Ingegneria", ossia la branca che si occupa direttamente della modalità di realizzazione dei cavi elettrici, secondo il loro scopo ed utilizzo. Entrambe, ad esempio, tengono conto dell'"effetto pelle", delle vibrazioni introdotte dalla tensione di rete nelle lunghe distanze, ma nient'altro (o quasi) sul "comportamento dinamico" del cavo elettrico.
L'errore comune nelle indagini compiute da queste due branche, si annida soprattutto nella mancata distinzione tra la "tensione" e la "corrente", ma anche nel sottovalutare il "comportamento dinamico".
Tutti i cavi elettrici devono essere visti sotto due aspetti:
quello "passivo" o "conduttivo"; quello "attivo" o "dinamico".
Dal punto di vista "passivo/conduttivo", la funzione è quella del "trasporto" del segnale di corrente complesso, che si estende su tutto lo spettro acustico.
Dal punto di vista "attivo/dinamico", tutti i cavi elettrici generano intorno a sé, un "campo di induzione elettromagnetica" (altro che effetto capacitivo), che può contenere frequenze anche di molto superiori, sia a quelle di "rete", che "audio".
Queste due considerazioni, basterebbero per spiegare definitivamente l'esistenza dell'influenza dei cavi elettrici, anche per uso audio, sia sulla "modalità" di trasporto del segnale, che sulla "qualità" dello stesso trasporto, ossia sul suo "comportamento dinamico" e, conseguentemente, sulla sua "qualità sonora".
Considerazioni che non possono essere spiegate, né dall'Elettrotecnica, né dall'Ingegneria, perché non è questa la loro funzione, ma quella della realizzazione e l'utilizzo dei cavi elettrici. Per cui spetta alla "Fisica" ed alla "Meccanica Quantistica", ossia al mondo subatomico e dell'infinitamente piccolo, dare una spiegazione a questi fenomeni.
Per cui: "Esiste il rodaggio dei cavi elettrici?". Già nella prima pubblicazione del 1999, avevo scritto un racconto di fantasia, dal titolo: "Viaggio all'interno della materia". In questo, immaginavo la vita degli elettroni all'interno di un cavo elettrico, durante il loro spostamento verso l'uscita. Si evidenziavano i fenomeni della conduttività, campi elettromagnetici e radiofrequenze, vibrazioni ed i loro effetti sugli elettroni. Si evidenziava con questo racconto, l'aspetto particolare dei cavi elettrici, ossia quello di appartenere al "mondo dell'infinitamente piccolo".
Anche ammettendo l'ipotesi di un cavo di rame LC-OFC puro al 99,99%, che ruolo può avere il "rodaggio"? In effetti, non esistono parti meccaniche, né elettromeccaniche, né altri meccanismi o elementi, ma solamente la materia da attraversare (oltre alle connessioni e saldature).
Per spiegare l'esistenza del fenomeno del "rodaggio" nei cavi elettrici, sposterei l'attenzione sulle seguenti conoscenze. È noto che la velocità della luce è identica a quella delle onde elettromagnetiche. Solo che la velocità della luce è fissa ed immutabile in tutte le direzioni, mentre quella delle onde elettromagnetiche può subire delle variazioni in diminuzione. Inoltre, è noto che l'elettrone è energia e materia al tempo stesso (onde di materia). Perdipiù, si indirizza contemporaneamente in innumerevoli traiettorie. A questo punto, vi è un "elemento" connesso alla
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