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La sua esistenza consente, quindi, agli Audiofili di migliorare le prestazioni dei loro diffusori acustici, integrandoli con l'apporto di una coppia di subwoofer, destinati alla sola riproduzione della prima ottava. Questi, generalmente, dovranno essere di tipo attivo, ossia con all'interno un amplificatore non in Classe D e dotati di crossover elettronico. Qualora si preferisse optare per i subwoofer passivi, occorre amplificarli con amplificatore separato ed utilizzare un crossover elettronico, in modo da effettuare correttamente l'incrocio con il sistema principale.
L'operazione di integrazione e messa a punto, non è semplice, né alla portata di tutti. Occorre non fare allarmismi: niente di ciò che leggete sul tema da oltre 30 anni è corretto in assoluto. Troppe volte si è parlato di problemi di incrocio, di compatibilità, di fase con il se tema principale. In passato, questi problemi erano evidenziati quando si pretendeva di abbinare sub passivi al sistema principale mediante l'impiego del crossover passivo. Per di più, si pretendeva di accoppiare due elementi spesso incompatibili tra loro (ad esempio, diffusori bookself con sub di grandi dimensioni).
Oggi sappiamo che l'integrazione tra il sistema principale ed i suboofers, passa attraverso l'ausilio di un amplificatore aggiuntivo e del crossover elettronico. La conoscenza diretta dell'argomento e l'esperienza dell'Audiofilo o dell'installatore, contribuisce al successo dell'integrazione.
In quest'ottica il subwoofer di qualità diventa l'elemento giusto per il miglioramento, immediato ed a costo accettabile, di decine di diffusori acustici di alto livello qualitativo realizzati sino ad oggi, per la cui sostituzione occorrerebbe spendere anche 20 volte più di quanto speso all'epoca per il loro acquisto. Tra l'altro, i diffusori acustici moderni, risentono ancora più di quelli del passato, della mancanza della corretta riproduzione della prima ottava ed in tantissimi casi, anche della seconda ottava (32-64 Hz).
Francesco S. Piccione
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