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2004

EDITORIALE N. 5/2004

LA POTENZA ACUSTICA
Di Francesco Piccione

Continua la nostra indagine, intrapresa con i precedenti editoriali, sui diffusori acustici, alla ricerca di quei fenomeni che ci facciano comprendere il suo ruolo fondamentale. Nel precedente ho parlato dei limiti del funzionamento degli altoparlanti. Oggi vi parlerò di un fenomeno sconosciuto o sottovalutato: la potenza acustica.

Nell'indicare parlarvi della
gamma audio, ovviamente mi sono riferito alla risposta in frequenza.
Riassumendo, questa è limitata in basso dalla frequenza di risonanza; in alto dall'effetto induttivo, dalle dimensioni e peso della membrana vibrante. La
potenza acustica, invece, indica due caratteristiche:

- la
prima, è la capacità dell'altoparlante di emettere frequenze a livelli di pressione acustica accettabili, oltre i quali la distorsione diventa preponderante;
- la
seconda, quella di essere costante, sia al variare della frequenza che dell'angolo di emissione.

Per meglio spiegare questi fenomeni, prendiamo ad esempio, un altoparlante a larga banda.
Si tratta nelle intenzioni del fabbricante, di un altoparlante in gradi di sostituire le tre tipologie indicate precedentemente. I limiti di emissione appresi precedentemente, valgono anche per questa tipologia di altoparlante. Per cui, quale sarà la sua potenza acustica?

Questa sarà accettabile nell'arco di frequenze in cui il trasduttore è specializzato, ossia più adatto.
Nella parte superiore delle frequenze che dovrà riprodurre, vi sarà una perdita di potenza acustica sia in asse che fuori asse, a causa dei tre fattori indicati: effetto induttivo, dimensioni e peso della membrana.
Nella parte bassa delle frequenze da riprodurre, la potenza acustica diminuirà progressivamente, a causa dei limiti fisici dell'altoparlante, nel muovere la massa d'aria richiesta per l'emissione sempre di frequenze sempre più basse.
Riassumendo, succede che la risposta in frequenza (statica)
non coinciderà con la risposta alla potenza acustica (dinamica): questa sarà più limitata dell'altra.

All'ascolto, nonostante la buona estensione della misurazione della sua risposta in frequenze, il diffusore avrà una bassa sensazione di impatto in gamma bassa ed eccessiva direzionalità, scarsità di armoniche e chiusura nella gamma

più alta. Ragioni tecniche, quindi, presiedono le magre prestazioni dei diffusori con altoparlante dinamico a larga banda, quasi mai riconosciute dalla maggior parte degli Audiofili.

Sappiamo che per emettere
basse frequenze, occorre spostare grossi volumi d'aria. Un altoparlante dinamico a largabanda da 17 o 13 cm di diametro, non possiede le caratteristiche fisiche necessarie, prescindendo dalla tipologia di accordo impiegata. Il volume d'aria che riesce a muovere un altoparlante, è facile da calcolare: basta moltiplicare l'area della superficie radiante per lo spostamento in millimetri della membrana. Il risultato indicherà anche la "cilindrata" dell'altoparlante.

Siffatti altoparlanti, avranno una potenza acustica limitata alla loro zona di migliore funzionamento, che è più ristretta, rispetto alla risposta in frequenza misurata secondo lo standard internazionale.
In
gamma bassa, a partire da una o due ottave sopra il limite inferiore indicata dalla risposta in frequenza, l'altoparlante distorcerà in modo maggiore in proporzione all'aumento della discesa verso il basso e della potenza iniettata.
In
gamma alta, a partire dalla frequenza la cui lunghezza d'onda sarà pari a quella del diametro dell'altoparlante, la sua prestazione sonora sarà lenta, direttiva, carente di dettagli e chiusa.

Nelle due zone d'ombra i cui confini sono tracciate dalla risposta in frequenze ed in potenza acustica, una in gamma bassa e l'altra in gamma alta, l'altoparlante avrà problemi di funzionamento.
Questi possono arrivare al punto da essere considerati inaccettabili secondo lo standard hifi o, peggio, secondo la qualità della riproduzione del suono richiesta dai sistemi esoterici ed Hi-End. Inaccettabile dal punto di vista HIFI consiste nell'emissione di distorsioni facilmente udibili, mentre negli altri due casi, l'inaccettabilità consiste nella carenza di qualità della riproduzione, dei parametri Audiofili, come la spazialità, il timbro, la dinamica, il microdettaglio, la naturalezza, trasparenza, eccetera.

Nel prossimo editoriale vi mostrerò come i limiti possono essere superati, mediante l'adozione di determinate soluzioni.

Francesco S. Piccione 

 

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