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GLI EDITORIALI | 2003

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2003

EDITORIALE N. 5/2003

L'EVOLUZIONE DELL'AUDIO
Parte Terza
Di Francesco Piccione

Dopo l'analisi degli anni Ottanta, oggi tocca all'analisi di un oggetto che ha contribuito a porre fine al mondo dell'alta fedeltà come affermatasi in quel periodo.

L'AVVENTO DEI MINIDIFFUSORI

Altro chiaro esempio di movimento di opinione deleterio all'evoluzione dell'hifi di qualità, fu quello nato negli anni Ottanta a difesa della bontà dei
minidiffusori.
Ricordo brevemente ai nostri nuovi 3 lettori, che questi sono piccoli sistemi di diffusione del suono, che propriamente hifi non sono, a causa della loro ristretta banda audio. Se le norme internazionali impongono regole ben precise per le prestazioni elettriche degli amplificatori hifi, non vedo perché le stesse che regolamentano la progettazione dei diffusori, non debbano essere applicate anche ai prodotti finiti, permettendo così di stabilire quali sono i diffusori hifi e quali no.

Non si tratta di essere oltranzisti o faziosi, come alcuni vilmente affermano quando parlano di HI-FIGUIDE, ma semplicemente di
dire le cose come stanno. Negli anni Settanta, i minidiffusori venivano denominati Bookshelf, ossia diffusori da scaffale, da libreria, in contrapposizione a quelli da pavimento. In quel periodo, nessuno appassionato di musica e di riproduzione nutriva dubbi sulla superiorità sonora dei grandi sistemi da pavimento rispetto ai minidiffusori, all'epoca considerati la versione economica dei sistemi da pavimento. Ciò non perché gli appassionati dell'epoca fossero ignoranti; tutt'altro, erano decisamente più preparati della stragrande maggioranza degli odierni audiofili. Oggi no! Grazie al movimento di opinione favorevole, si è diffusa l'insulsa idea che, oltre ad essere HIFI, se costano cari sono persino HI-END.

Fatto sta che ad un certo punto, a metà degli anni 80, i minidiffusori posizionati su piedistalli, angolati fortemente, anticipando il punto di ascolto (per diminuire la loro presenza in gamma media e favorire la fuoriuscita di una larva di basso), pilotati con amplificatori simili a corazzate o centrali Enel e collegati con i cavi più costosi degli stessi amplificatori, sono divenuti la nuova frontiera dell'hifi.

Ciò è stato reso possibile dal grande
movimento d'opinione che si è radunato attorno a questi alimentato anche da giovani dell'epoca, anche giornalisti del settore, che poco sapevano sui veri sistemi di diffusione del suono allora ancora esistenti. Alcuni di questi grandiosi sistemi sono sopravvissuti sino ai nostri giorni (Klipschorn e Tannoy Westminster per citarne due) a testimonianza della loro enorme qualità progettuale.

Purtroppo tale moda ebbe peso rilevante nell'eliminazione dal mercato di tanti buoni sistemi di diffusione del suono da pavimento, se non addirittura i loro fabbricanti. Ciò ebbe la conseguenza dell'impennata dei costi di acquisto dei diffusori superstiti; inoltre, vista l'esigua richiesta di mercato, si arrestò lo sviluppo tecnologico degli stessi.

A tale nefasto evento, parteciparono anche le
Regole Commerciali.
Costruire un minidiffusore costa una cifra irrisoria, anche se realizzato con un'estetica favolosa e può essere venduto ad un prezzo esorbitante, guadagnandoci anche 10 e passa volte: una bella e ghiotta occasione.
Anche la maggiore facilità ed economicità dei costi del trasporto, ha contribuito ad impinguare di minidiffusori riviste audio specializzate e negozianti di tutto il mondo, favorendo la decadenza dei sistemi da pavimento.  Nel mio archivio trentennale ho centinaia di recensioni entusiastiche di minidiffusori. In certi casi nella pagina accanto troviamo una recensione tiepida ad opera dello stesso recensore, di un vero sistema di diffusione del suono, la cui qualità è nettamente superiore.

Le conseguenze della moda dei minidiffusori furono devastanti per il futuro della vera alta fedeltà.
Anzitutto, tantissimi Audiofili, in preda alla moda si toglievano splendidi diffusori per far posto ai minidiffusori ottimamente recensiti; costoro, si renderanno successivamente conto dell'errore fatto, abbandonando l'ascolto della musica ed il mondo dell'alta fedeltà. La motivazione risiede nel fatto che, togliere alla musica, nel corso della riproduzione, la sua parte materiale, ossia la percezione netta della gamma bassa, significa perdere caratteristiche importanti implicite nella musica e nella riproduzione.
In secondo luogo, s'interromperà lo sviluppo tecnologico dei sistemi da pavimento, che inciderà a 360° sul futuro della vera HIFI.

Poiché tale moda è priva di fondamento, prima o poi, la decadenza dei minidiffusori si accompagnerà con quella dell'interesse per l'hifi, ossia per la riproduzione del suono.

Francesco S. Piccione

 

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