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L'EVOLUZIONE DELL'AUDIO Parte Terza Di Francesco Piccione
Dopo l'analisi degli anni Ottanta, oggi tocca all'analisi di un oggetto che ha contribuito a porre fine al mondo dell'alta fedeltà come affermatasi in quel periodo.
L'AVVENTO DEI MINIDIFFUSORI
Altro chiaro esempio di movimento di opinione deleterio all'evoluzione dell'hifi di qualità, fu quello nato negli anni Ottanta a difesa della bontà dei minidiffusori. Ricordo brevemente ai nostri nuovi 3 lettori, che questi sono piccoli sistemi di diffusione del suono, che propriamente hifi non sono, a causa della loro ristretta banda audio. Se le norme internazionali impongono regole ben precise per le prestazioni elettriche degli amplificatori hifi, non vedo perché le stesse che regolamentano la progettazione dei diffusori, non debbano essere applicate anche ai prodotti finiti, permettendo così di stabilire quali sono i diffusori hifi e quali no.
Non si tratta di essere oltranzisti o faziosi, come alcuni vilmente affermano quando parlano di HI-FIGUIDE, ma semplicemente di dire le cose come stanno. Negli anni Settanta, i minidiffusori venivano denominati Bookshelf, ossia diffusori da scaffale, da libreria, in contrapposizione a quelli da pavimento. In quel periodo, nessuno appassionato di musica e di riproduzione nutriva dubbi sulla superiorità sonora dei grandi sistemi da pavimento rispetto ai minidiffusori, all'epoca considerati la versione economica dei sistemi da pavimento. Ciò non perché gli appassionati dell'epoca fossero ignoranti; tutt'altro, erano decisamente più preparati della stragrande maggioranza degli odierni audiofili. Oggi no! Grazie al movimento di opinione favorevole, si è diffusa l'insulsa idea che, oltre ad essere HIFI, se costano cari sono persino HI-END.
Fatto sta che ad un certo punto, a metà degli anni 80, i minidiffusori posizionati su piedistalli, angolati fortemente, anticipando il punto di ascolto (per diminuire la loro presenza in gamma media e favorire la fuoriuscita di una larva di basso), pilotati con amplificatori simili a corazzate o centrali Enel e collegati con i cavi più costosi degli stessi amplificatori, sono divenuti la nuova frontiera dell'hifi.
Ciò è stato reso possibile dal grande movimento d'opinione che si è radunato attorno a questi alimentato anche da giovani dell'epoca, anche giornalisti del settore, che poco sapevano sui veri sistemi di diffusione del suono allora ancora esistenti. Alcuni di questi grandiosi sistemi sono sopravvissuti sino ai nostri giorni (Klipschorn e Tannoy Westminster per citarne due) a testimonianza della loro enorme qualità progettuale.
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