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2002

EDITORIALE N. 2/2002

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
Di Francesco Piccione

Nel precedente editoriale, vi avevo edotto del fatto che questa rivista non ci offre alcun tipo di remunerazione. Anzi, abbiamo visto che avvantaggia operatori del settore e "trafficanti" di oggetti usati. Poiché tale stato di "impasse" non può andare oltre, poiché sono anche alla ricerca di una nuova sede della redazione, mi sono venute delle idee su come farci pagare il nostro lavoro, per mantenere alta la qualità delle nostre recensioni.

Tra le poche che ci sono venute in mente, una è particolarmente interessante e che potremmo permetterci dall'alto dell'oltre il milione di pagine effettivamente visitate dai nostri 7 lettori. Approfitto per ringraziarli tutti, uno per uno: è solo grazie a Voi che HI-FIGUIDE è diventata quella che è attualmente, un riferimento.

L'idea consiste in questo: si tratta di farci pagare i nostri test e mi sembra giusto che debbano essere pagati dai fabbricanti e distributori. Non scandalizzatevi, poiché questa forma di "baratto" esiste già presso tutte le riviste; proprio tutte.  A differenza degli altri, noi ci faremmo pagare solamente se il prodotto rientra nei nostri canoni dello Standard Minimo, ossia che merita di essere recensito.

Si tratta semplicemente di essere franchi con i lettori, ammettendo che la loro lettura è favorita dal fatto che siamo remunerati. Ad esempio, già da diverso tempo indichiamo ad inizio delle nostre recensioni, la provenienza del prodotto recensito, quasi sempre da noi acquistato per uso personale. Per cui, la franchezza consisterebbe nel fatto che la recensione avverrebbe a pagamento. Bisognerà, però, vedere, se i distributori e fabbricanti saranno d'accordo, perché ho l'impressione che sono loro che vogliono essere pagati per inviarci un prodotto in prova, nel senso che dovremmo acquistarcelo.

Ovviamente, l'introito economico non ci consentirebbe di vivere di questo mestiere, come avverrebbe con la stampa su carta e la vendita di pubblicità e dei numeri, ma almeno ci consentirebbe di mantenere l'input nel fare le recensioni e di remunerare il costo delle stesse.

Il distributore o il costruttore se ne avvantaggerebbe, poiché con la pubblicazione sul web di pagine dedicate ad un suo prodotto, godrebbe di una certa visibilità. Visibilità dal valore aggiunto poiché il suo prodotto sarebbe presente all'interno di questa rivista, mica di un qualsiasi sito web...  Ad esempio, dovete sapere

che sono decine i lettori che mi hanno scritto, complimentandosi del fatto che hanno assemblato il loro impianto seguendo il nostro Standard Minimo e le regole dettate in "Alta Fedeltà Esoterica".

Tale situazione è vantaggiosa anche per i lettori.
Costoro sono a conoscenza del fatto che la prova è stata condotta e pubblicata solo previo il coincidere di due fattori:

- il superamento, per il prodotto recensito, della soglia di accesso alla qualità imposta dallo "Standard Minimo"; 
- il pagamento dell'esiguo importo necessario per la redazione e pubblicazione della recensione.

Certo ci sarà sempre qualcuno che dirà che pubblichiamo gli articoli per denaro e di conseguenza sono inaffidabili. E' come sostenere che il medico che è pagato è inaffidabile… Contrariamente a tanti, abbiamo una nostra etica e professionalità. Chiedetevi, invece, se gli altri scriverebbero solo per la "gloria"; oppure se dietro un vantato "paravento" non si nasconda che un'altra modalità di remunerazione in denaro.
 
Il nostro vantaggio, consisterebbe nel fatto che il pagamento delle recensioni possa darci la possibilità di investire sulla rivista, incrementandone qualità e professionalità. Il massimo sarebbe di poter trasformare la nostra passione in attività lavorativa permanente, ma ho già detto di essere scettico.

Per poter applicare la nostra piccola idea, diversi scogli devono essere superati.
Intanto, un problema culturale: la maggioranza di costruttori e distributori italiani, riconoscono solo il valore aggiunto delle recensioni pubblicate sulle riviste edite su carta. In secondo luogo, la reperibilità di prodotti hifi di qualità secondo "Standard Minimo": attualmente sono pochi. Infine la più importante: sempre che i distributori e fabbricanti, siano favorevoli alla nostra idea.

Francesco S. Piccione

 

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