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2001

EDITORIALE N. 5/2001

ANCORA SULL'HOME THEATRE
Di Francesco Piccione

Nell'editoriale scorso, vi ho parlato dell'aumento del numero di espositori di impianti HT. Occorre domandarci se l'affermazione del Cinema in casa è una moda contingente, oppure un nuovo modello di fare hi-fi?
Siamo al corrente che molti operatori hifi danno ormai per morta la stereofonia e si fanno quattro grasse risate quando qualcuno ancora parla del classico stereo. Il problema è serio e potrebbe essere risolto verificando il numero di persone che acquistano impianti HT di alta qualità.

Da oltre un anno, le vendite del sistema HT sono incrementate. E' altrettanto vero, però, che tali sistemi costano di media 800.000 lire tutto compreso. Si tratta, quindi, di sistemi commerciali, le cui vendite sono condizionate dalla moda del momento, il cui acquirente non è ad esempio un nostro lettore.
Allora, che fine hanno fatto gli impianti audio/video esposti al Top Audio, dal costo di decine di milioni di lire? Ossia, quanti sono attualmente coloro che spendono una simile cifra per acquistare un sistema HT di alto livello? Dieci? Venti? Un poco di più?

Ho la vaga impressione, che alla fin fine l'HT occuperà una nicchia di mercato e che passata la novità di questi ultimi anni, rimarrà il nulla, portandosi appresso nel nulla tutti i sostenitori. Ciò perché si tratta di "Cinema in Casa" e, nonostante la diffusa opinione contraria, non abbisogna di apparecchi costosissimi per usufruirne al meglio. Ciò dimostrato dalla constatazione che l'audio del cinema presente nel DVD Video, è in formato digitale compresso, perché in fase di creazione dello standard, giustamente hanno privilegiato la qualità video (riconoscibile da tutti) a quella audio (riconoscibile solo dagli audiofili esperti). Tale compressione si nota, quando nel corso dei dialoghi, se al contempo deve essere riprodotto un effetto a bassa frequenza, il livello dell'audio del dialogo automaticamente si abbassa. Da qualche parte, in presenza di compressione con perdite, da qualche parte si dovrà attingere qualche bit per fare l'effetto speciale.   

L'audiofilo un poco esperto a cui interessa la Musica riprodotta seriamente, intuisce che un sistema Home Theatre è qualitativamente più scadente a parità di costo. Per cui rivolgerà la sua attenzione verso prodotti audio specifici, che ancora oggi rappresentano una fetta rilevante del mercato .

Mi giungono lettere in cui chiedono se sia possibile attuare impianti stereo ibridi, in grado di soddisfare sia la parte HT sia quella audio. Saltando il problema codifica Dolby e DTS, a tutti spiego che il nodo cruciale risiede nella sezione amplificatrice. Vi è totale incompatibilità qualitativa tra un classico amplificatore audio

style e quello HT. Anche i diffusori non sfuggono a tale regola. Ad esempio, quelli adatti all'HT devono essere necessariamente schermati, per non rovinare irrimediabilmente gli schermi televisivi. Nessuno, ancora una volta, informa gli appassionati che un magnete schermato di un altoparlante, non fornisce la stessa forza motrice di un magnete privo di schermatura. Ciò significa inevitabilmente, peggioramento della qualità sonora.

Assodato che L'HT d'alto livello sarà relegato ad una nicchia di mercato destinato agli amanti del Cinema, l'aumento degli espositori di HT al Top Audio 2000, è dettato dal puro scopo commerciale, in particolare allo scopo di convincere più appassionati di Musica, che di quel sistema ne hanno bisogno.

Operazione commerciale piuttosto pericolosa per il futuro dell'audio di qualità, sotto diversi punti di vista.
Innanzitutto, la ristrettezza degli spazi abitativi a cui i Governi Italiani finora in carica, ci hanno costretto a vivere, ristrettezza che non consente l'utilizzo di sistemi HT di elevato livello qualitativo. In secondo luogo, l'avversità del mondo femminile verso sistemi che occupano ancora più spazio: un conto è una coppia di diffusori (+ subwoofer), altro sono 6 diffusori (5+1). Infine, la consapevolezza che prima poi assalirà l'acquirente interessato soprattutto alla riproduzione della musica, che un impianto stereo ben assemblato, anche di costo inferiore a quanto da lui speso, suonerà sempre meglio del suo impianto HT. Se quest'ultima ipotesi, nel corso degli anni sarà la più diffusa, avremmo perso altri appassionati di musica ed hifi.

Il compito delle riviste specializziate è di fornire il giusto quadro d'informazioni ai propri lettori, non favorire il passaggio dalla stereofonia al multicanale, solo perché attualmente va di moda o per interessi economici dovuti dalla pubblicità. Salvo che non sia previsto dalla loro linea editoriale: "Noi siamo per l'ascolto di qualità nella futura stazione spaziale orbitante!". Se il loro motto è questo va bene, ma noi non siamo d'accordo.
Sappiamo bene che il mondo è in evoluzione, che possibilmente tra cinquant'anni non esisteranno più i diffusori acustici, ma dei semplici elettrodi che generano suoni, ma sappiamo anche bene che tutto si attua mediante delle precise scelte. Noi scegliamo la qualità in tutto ciò che riguarda la riproduzione dell'audio di qualità.

Francesco S. Piccione

 

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