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Pertanto, alla luce di tali fatti, invito tutti i nostri lettori a trovare in altri tavolini similari, punti di copia o di originalità del The Rainbow e di farcelo sapere. Ma, sappiamo già che tutti i nostri affezionati lettori sanno che si tratta di un progetto originale. Dopo studi, esperimenti e prove, noi riteniamo che un portaelettroniche debba essere solamente ed esclusivamente a tre "zampe", per ottenere effetti tangibili sulla qualità del suono. Ogni lettore, poi, è libero di realizzare questo progetto gratuito oppure se acquistare altrove un prodotto similare. Inoltre, con la pubblicazione della descrizione del The Rainbow, abbiano fornito un servizio di informazione e divulgazione corretta, tesa a indirizzare i nostri lettori verso le migliori idee del settore audio.
Anche i progetti che presenteremo in futuro, seguiranno le linee guida della rivista, già tracciati con il The Rainbow: progetti utili, originali, aventi l'ambizione di risolvere annosi problemi legati alla riproduzione audio. Esattamente come ha fatto il The Rainbow.
Criticare con diffamazione un progetto gratuito è un'azione vile, che avvalora quanto espresso a proposito dei gruppi di discussione, in un precedente editoriale. La polemica la chiudo qua. Il mio intervento si è reso necessario, nonostante le affermazioni di plagio fossero state prontamente smentite da altri, che preoccupati di verificarne l'attendibilità hanno accertato la loro inconsistenza.
Esiste, purtroppo, una piccolissima fetta di persone, che si fa influenzare da simili atti vili. Dato che, da quando ho creato questa rivista che ha superato in qualità tutte le altre presenti nel web, sono continuamente oggetto di affermazioni diffamanti, avviso che le tollererò sin quando possiederanno la natura pubblicitaria nei confronti di questa rivista. Anche le chiacchiere da bar possono portare nuovi lettori interessati, ma ciò è valido fino ad un certo punto, oltre il quale avranno l'effetto contrario. Quel giorno presenterò una circostanziata querela per diffamazione e da allora smetterete di ridere.
Francesco S. Piccione
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