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EDITORIALE N. 9/2000

BREVE STORIA - RECENTE - DELL'HI-FI
Di Francesco Piccione

L'evoluzione dell'HI-FI, dagli albori sino ad oggi, ha subito alterne vicende e fortune.
Da un lungo periodo caratterizzato dalla piccola diffusione per merito dei grandi del passato, si è giunti alla diffusione di massa, a causa dell'avvento del transistor e delle industrie giapponesi negli anni Settanta. Dal punto di vista storico ed economico è proprio in questo periodo, a cavallo degli anni Settanta ed Ottanta, che l'Italia grazie alla politica miope del governo dell'epoca (ma è sempre stato così anche oggi…), perse il treno dello sviluppo dell'elettronica civile, in simbiosi con l'elettronica ad uso militare.

Oggi, infatti, non c'è possibile affermare che in Italia vivono e prosperano diversi colossi industriali dell'elettronica civile, paragonabili ad esempio a Sony e Philips. L'Italia è un paese povero di risorse naturali, ad eccezione del turismo (ma il turismo non può essere la sola soluzione …), ed in quel periodo nessuno aveva pensato a creare o fare sviluppare una fonte di ricchezza per la nazione, esattamente come al contrario fece il Giappone, paese anch'esso povero di materie prime.

Nei primi anni Ottanta si pensò addirittura di stroncare il commercio dell'hi-fi, con l'introduzione di un bel balzello del
20% in più sulle giacenze di magazzino. C'era il boom dell'elettronica di massa, tutti acquistavano un coordinato, per questo tantissimi operatori avevano i magazzini pieni di merce. Il risultato fu la scomparsa sistematica di negozianti, imprese piccole e medie, persino fabbriche. L'intento era il solito: intascare soldi per l'erario tassando un divertimento culturale, per finanziare la corruzione. Anche oggi, tale visione miope della cultura viene perseguita, ad esempio, applicando l'IVA al 20% sui CD, considerandolo un bene di lusso: uccideranno pure il CD.

Tali eventi passati si trascinano ancora oggi.
Infatti in Italia la situazione non è cambiata. Non vi è un colosso industriale dell'elettronica titolare di brevetti internazionali, in grado di competere sul piano internazionale. Esistono, invece, una piccola quantità di piccole imprese che si dedicano all'audio più o meno di qualità. Alcune di queste sono state create per scaricare le tasse di qualche grossa industria dedita ad altro, ma questo è un altro discorso….. Purtroppo, una buona fetta di italiani sono esterofili ed anziché ammettere l'esistenza di persone dotate di ottime capacità che creano apparecchi audio in grado di rivaleggiare con i prodotti stranieri, preferiscono acquistare prodotti stranieri più scadenti.

Negli anni Ottanta, allo scopo di contrastare la supremazia dei giapponesi, nacque il fenomeno dell'hi-fi esoterica. Successe che alcuni costruttori ed altri nuovi successivi, puntarono la loro produzione sulla qualità del suono. Per distinguerli dai prodotti di massa giapponesi, qualcuno pensò di utilizzare il termine di hifi esoterica. Non so chi per primo ebbe l'idea, ma posso dirvi che la prima volta che lessi questo termine, fu nella rubrica della rivista italiana Stereoplay, con la rubrica dal titolo "Nova Esoterica".

Si creò così una nicchia di mercato dedicata ai piccoli e medi costruttori, che aveva motivo di esistere in quanto offrivano un prodotto totalmente diverso da quello giapponese, puntando soprattutto sulla qualità del suono. Ne conseguì un periodo di prosperità, caratterizzata dall'evoluzione della qualità costruttiva e delle prestazioni, favorito da un'elevata richiesta. E' in questo periodo, che assistiamo alla nascita di molti dei migliori prodotti hi-fi, ancora oggi attuali. Il settore che ebbe uno sviluppo più evidente, fu quello dei diffusori acustici, dove tra gli anni Settanta ed Ottanta, nacquero sistemi ancora oggi tra i migliori mai prodotti.

Purtroppo, ogni epoca è caratterizzata da diverse fasi.
Così, mentre negli anni Novanta il sistema digitale conosce uno sviluppo esaltante, la disinformazione, gli interessi economici, gli spazi sempre più ristretti, videro l'affermazione dei minidiffusori: iniziò così la lenta agonia dell'hifi di qualità! La disinformazione arrivò ad un punto tale che causò, inizialmente, l'arresto dell'evoluzione progettuale dei sistemi da pavimento e, successivamente, la mancanza di richieste. Ciò ha portato alla scomparsa o al passaggio di proprietà di molti marchi prestigiosi, la cui produzione, ovviamente, fu dirottata verso altre tipologie.

Il suono stitico dei minidiffusori, ha privato gli audiofili di ricevere emozioni dall'ascolto della musica. Molti, disfacendosi dei loro vecchi diffusori, abbacinati da recensioni improbabili, si resero troppo tardi di avere fatto delle scelte sbagliate, causando disaffezione totale verso la riproduzione della musica, persino verso la musica, generando il mancato ricambio generazionale. Oggi, della Vera HIFI non è rimasto ben poco.

Francesco S. Piccione

 

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