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EDITORIALE N. 12/2000

L'AUDIO MULTICANALE
Di Francesco Piccione

Sapete che sull'audio multicanale, Hi-FiGuide ha una sua precisa posizione.
Sta succedendo che ultimamente vorrebbero presentare un audio
multicanale non compresso. A favore di questo, affermano che non si tratta di audio digitale compresso o compresso senza perdite di dati; di conseguenza, sostengono che la qualità del suono sia eccelsa.

La genesi è vecchia e risale ai tempi della
quadrifonia, ossia dell'audio analogico a 4 canali.
L'idea risiede nella convinzione che l'effetto stereo sia insufficiente per ricreare un palcoscenico credibile. Anziché migliorare la progettazione degli strumenti atti per la riproduzione del suono, in particolare dei diffusori e microfoni, si preferisce aggirare l'ostacolo, nella convinzione che con l'aumento del numero di canali si possa percepire meglio le infinite sfumature esistenti nel suono.

A mio avviso, questo sistema è perfetto per riprodurre il cinema in casa (HT), ma è negativo per la musica.
Se il parametro di riferimento della tesi a sostegno del multicanale è l'assenza di spazialità, nelle nostre sezioni "Alta fedeltà esoterica " e "Standard Minimo", si evidenzia come la mancanza sia imputabile non solo molte apparecchiature audio, ma persino al modo di effettuare la stragrande maggioranza delle registrazioni. Mancando la capacità di diffondere il suono nell'ambiente svincolandolo dai diffusori, non è possibile ricreare il palcoscenico sonoro. 

Accertata questa carenza nella maggioranza dei casi e situazioni di fatto, è chiaro che la soluzione del multicanale abbia una sua logica. Ma questa proposta, fornisce una soluzione artificiosa. E' vero, però, che esiste un margine di miglioramento nell'utilizzo di più diffusori. In sostanza, l'utilizzo di una coppia aggiuntiva di diffusori, anche se la loro emissione non è coincidente in tutta la gamma di frequenze della coppia frontale, incrementa l'efficienza, quindi, oltre che al livello di pressione acustica, anche la quantità di informazioni.

Questo fatto positivo, però, si scontra con altri fatti.
Il primo è che se i diffusori utilizzati non fossero uguali, la qualità del suono subirebbe delle perdite. Per ovviare a questo inconveniente, occorrerebbe acquistare diffusori identici… con notevole aumento dei costi. A questo punto, tanto vale acquistare una coppia di diffusori più costosa e dalle migliori prestazioni, per ottenere una qualità del suono decisamente maggiore di quella offerta dall'aggiunta del canale posteriore. Anche l'amplificazione dovrebbe essere uguale, per cui vale lo stesso esempio di prima: meglio acquistare un amplificatore più costoso. Ne consegue che nessun sistema multicanale 5+1 del costo complessivo di 7.000.000 di lire potrà mai competere dal punto di vista qualitativo, con un sistema stereo dello stesso prezzo, ben assemblato.

In secondo luogo, occorre considerare la modalità di ascolto di un concerto dal vivo, non amplificato.
In questo, il suono si propaga nell'ambiente, provenendo frontalmente all'ascoltatore. E' assente nelle sale da concerto correttamente progettate, alcuna embrionale forma di suono posteriore. Considerate, ad esempio, il fatto che in una sala zeppa di persone, il suono viene assorbito dalle stesse e dall'arredamento presente. Per cui non comprendo assolutamente, a cosa serva il canale posteriore, se non per l'emissione di artificiosità. 

Infine, un ostacolo che secondo me alla lunga si rivelerà insormontabile: il fattore di accettazione muliebre (WAF: wife acceptance factor).
Le mogli e le donne in genere, mal sopportano una coppia di diffusori alti 75 centimetri, figuratevi 6 diffusori acustici, tra sub, frontale, i due anteriori ed i due posteriori. Se ci si deve accapigliare, tanto vale farlo per sistemi a 4 torri tipo Infinity Beta!

Francesco S. Piccione

 

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