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1999

EDITORIALE N. 8/1999

MUSICA E PIZZE
Di Francesco Piccione

Da diversi anni siamo soliti riunirci settimanalmente per discutere di musica ed hi-fi al cospetto di una bella pizza o di un buon piatto di linguine ai frutti di mare. Ovviamente, cerchiamo sempre locali che della buona cucina ne fanno un culto, ma con prezzi accettabili.

Inutile dirvi le espressioni delle facce che fanno i camerieri quando ci sentono parlare di valvole e di LP, soprattutto quando parliamo di DVD, SACD ed MP3. Dato che preferiamo ritornare dove troviamo maggiore ospitalità e buona cucina, possiamo dire che alcuni camerieri sanno di cosa parliamo; qualcuno tenta anche d'informarsi su alcuni argomenti.

Alcuni incuriositi ci chiedono: "Scusate, ma che rivista è la vostra e dove la trovo?". Quando rispondiamo che esistiamo solamente su internet, nella maggior parte dei casi ci rispondono che non hanno tempo e che non possiedono computer. Cerchiamo allora in questo caso di parlare direttamente con loro, incontro dopo incontro, su questi argomenti.

Abbiamo notato, però, che da qualche tempo a questa parte, alcuni locali dove siamo soliti andare, hanno introdotto il piano bar o il sottofondo musicale mentre "se magna". Il risultato è che adesso quei locali sono pieni di persone ed altrettanto rumorosi, cosicché a stento riusciamo a sentirci. Il tutto condito con pessima cucina.
Abbiamo anche constatato che più la musica è ricca di distorsione e più alto è il suo livello acustico, più zeppo è il locale di persone più interessate a ballare che a mangiare bene. La buona cucina è costituita da acuti lancinanti, urli a squarciagola, bassi inesistenti, livelli acustici da discoteca.

Locali che prima erano oasi di tranquillità e di quiete, del buon vino e dell'ottima qualità della cucina, hanno visto aumentare i loro profitti, offrendo un ritrovo per scatenati di danza e karaoke. Persino i camerieri sono scomparsi… Indubbiamente lavorare in una bolgia simile non è da tutti. Soprattutto mangiare con quel frastuono, abituati all'alta qualità della riproduzione del suono, in genere ascoltata senza fare altro.
L'equazione tanta distorsione tanta gente, funziona benissimo! Per fortuna che qualche locale è rimasto, ma togliendo oggi quello, domani l'altro e dopodomani un altro ancora, il rischio di trovarci privi di un luogo dove scambiare opinioni davanti ad un buon piatto è alto.

Occorre reagire all'avanzare del populismo, cercando di diffondere la cultura del buon suono e facendo comprendere ai gestori dei locali e loro clienti, che è possibile far conciliare le cose, dando la precedenza alla qualità della cucina. In questi casi, la Musica ha un ruolo secondario, di servizio aggiuntivo. Per evitare di essere fastidiosa, occorre curare l'impianto di amplificazione e scegliere strumentisti e cantanti bravi. Se ciò non avviene, anche se la maggioranza degli avventori non conosce il suono ben riprodotto, la loro mente inconsciamente assimilerà la serata ad un brutto ricordo, convincendoli a non ritornarci più.

Francesco S. Piccione

 

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