|
Schematizzando, nel settore digitale, esistono due regole. La prima afferma che "più è alto il numero di bit, maggiore sarà la risoluzione". La seconda afferma che "più è elevata la frequenza di campionamento, migliore sarà il risultato". Posto che è da accertare se il sistema DSD abbia una risoluzione simile a quella del formato PCM, è altrettanto innegabile che una frequenza di campionamento di 2,820 mHz, non scherza affatto. Ho volutamente tralasciato altre particolarità, come, ad esempio, la semplicità circuitale a favore dell'SACD ed altro.
In ogni caso, prescindendo dalla tecnologia digitale superstite dopo la guerra dei formati, importanza preponderante riveste sempre la sezione analogica, posta subito dopo. E' sulla sezione analogica che si gioca la partita per la differenza della qualità sonora. Entrambi i futuri standard digitali possiedono caratteristiche da primato. Avere una risoluzione in più di 0,5 bit non è fatto percepibile all'ascolto. Diversamente, la sezione analogica del lettore digitale o del convertitore separato, gioca un ruolo decisamente maggiore rispetto alla scelta del formato.
Accertato con ciò che la guerra degli standard digitali è inutile, è importante sottolineare il fatto che finalmente, a distanza di un secolo dalla nascita della riproduzione del suono, abbiamo la possibilità di adottare un unico sistema per tutte le diverse categorie commerciali. Nel settore audio, abbiamo il CD, il 33 giri ossia LP, la cassetta, il registratore DAT, il registratore a bobine, la DCC anche se ormai scomparsa, il Minidisc, il CD registrabile (CD-R), il CD ri-registrabile (CD-RW), il DVD e l'SACD. Nel settore video, abbiamo il VHS, il Laser Disc ed il DVD. Nel settore informatico, abbiamo il floppy disk, il CD, il CD-R, il CD-RW, il DVD, il DVD+R.
I prossimi anni saranno quelli della resa dei conti. Tra non molto sapremo quale sarà il formato unico per l'audio di qualità, nella speranza che sia lo stesso per tutti gli altri settori commerciali. Speriamo.
Francesco S. Piccione
|
|